Lo Stato Moderno - anno III - n.5 - 5 marzo 1946

LU STATO MODERNO 99 Il "Movim~nto Democratico Repubblicano~~ Ji,cco rl « mnnifesw » ianciat-0 da Rcmw dai prcmw/:Qri del « Movimen/:Q democratico repubblicano». Ne diamo il cestointegrale nei}Ja sua pri,mastesura che ha però subito ri– wcchi di lieve enrtità nei giorni successivi. Questo manifesto vuole essere un atto di sincerità e di c-hiarezzapolitica. Traendo origine da esperienze e da avve– .:,menti recenti, esso intende portare su un piano più vasto, la battaglia per la democrazia, tener conto delle aspirazioni e delle esigenze manifestatesi in questi primi passi <lella no– stra vita politica. Nel!'attuale situazione, di fronte allo schieramento dei partiti del C.L.N., di fronte al .loro sforzo di guida e' di go– verno, milioni di italiani rimangono assenti, incerti, disillusi, scontenti. Si sono spenti rapidamente quella mirabile tensio– ne ·morale e quel profondo spirito di unità nazionale popolare che avevano caratterizzato la lotta .di ,liberazione. Si sono spenti entusiasmi ed energie, ed aspre critiche e rampogne, divisioni e cedimenti morali hanno sopraffatto il ricordo delle grandi giornate del passato, dei sacrifizi e del martirio, l'ansia di un migliore avvenire. Molte ragioni hanno contribuito a creare questo stato d'animo: le difficoltà dei governi di coalizione, l'inesperienza della vita democratica, il regime armistiziale, l'enorme com– plessità dei problemi da risolvere, oltre una campagna neo– fascista subdola e tenace, che di queste difficoltà si è ser– vita per la sua azione disgregratrice. Ma vi ha contribuito soprattutto la mancanza, nello schieramento 'POiitico dei par– titi, di una voce, ,di una espressione di quella coscienza demo– cratica comune, non organizzata politicamente e non attiva. · che pur costituisce tanta parte dell'opinione pubblica del paese. Un vuoto .si~è ,creato per cui ,un grande settore della vita spirituale e sociale .del .paese non ha trovato eco poli– tica, è rimasto scoperto ed indifeso. Accanto a posizioni poli– tiche definite socialiste, cattoliche, ~nservatrici o addirittura reazionarie non ve ne è stata una immediatamente e diret– tamente democratica. Ora questa coscienza, questa posizione politica non rap– presentata e non espressa, o non compiutamente rappresentata o espressa, intendiamo difendere. La presenza attiva di que- • sta posizione politica è essenziale per la causa della demo– crazia e per il' equilibrio della vita politica italiana. Essa inte– ressa ,strati vastissimi, sebbene non organiz:z;ati, .della 50cietà italiana. Riguarda piccoli e medi .produttori, artigiani, con– tadini, operai, impiegati, professionisti, jntellettuali. Riguarda in particolare quei ceti medi disorganiz:z;atima di peso sociale notevolissimo, per i quali la democrazia do– vrebbe essere naturale esigenza politica, ma che di fatto, per impossibilità o incapacità di farla valere, potrebbero fare il giuoco de)la reazione o di un neo-fascismo. Tuttavia, se dobbiamo oggi francamente riconoscere che lo schieramento politico è stato sinora inadeguato, che è man– cata una diretta espressione di esigenze democratiche, se dobbiamo riconoscere di conseguenza che una tale mancanza ha influito rullo .svolgimento dell'azione ,politica nel paese e al governo, dobbiamo anche s,tabilire la responsabilità di queg!i italiani che continuano a rimanere assenti dall'attività politica. La vita di una democrazia moderna è fondata su grandi correnti di opinioni organizzate e =11' equilibrio di forze che ne risulta. In tale equilibrio, che è garanzia di libertà democratica, è ,dovere ,in1,erirsi.Oli jtaliani i::he oggi sono assenti daUa vita politica debbono parteciparvi; essi hanno capacità e possibilità di organizzarsi in un .grande e serio movimento democratico, di promuovere tutte le istitu- zioni morali, economiche, 1,ocialie sindacali che accompagna– no la vita dei grandi ·,partiti, di dare alla società italJana uno slancio di rinnovamento. Gli italiani hanno tutto da sperare dalla democrazia. Il loro interesse è solidale con lo sviluppo d( una seria e mo– derna democrazia. Il loro benessere materia~e e Spirituale, la loro possibilità di 15volgerelibere iniziative, di arricchire la propria vita, sono legati a riforme di ordine democratico. I grandi problemi che oggi si pongono alla società italiana, la creazione di un miglior costume politico, il rinnovamento delle istituzioni, l'adeguamento del:e condizioni economiche e sociali da una classe all'altra, il livellamento di potenziale industriale ed agricolo fra nord e sud, la lotta contro i grossi interessi organizzati, la lotta contro la disoccupazione, la re– visione .della .struttura del credito e del Iisparmio, la sop– pressione delle sperequazioni tributarie, sono i loro proble– mi, i problemi che riguardano una massa infinita di interessi della sq_cietà italiana. Questi problemi possono essere risolti ne!l'interesse generale, con spirito democratico, senza s]>an– dieramenti ,rivdluzfonalistici, senza atteggiamenti demagocici in 1Unordinato sviluppo .di attività politica. Noi siamo per la democrazia: La nostra è democrazia di libertà; fa di tutte le libertà il fondamento, lo scopo stesso della vita associata. Per questo senso della libertà, la nostra democrazia è repubblicana. La monarchia è stata complice necessaria e volontaria del fascismo, responsabile della guerra e ,della sconfitta, ha reso inoperanti garanzie nelle quali gli italiani credevano, ha riproposto il problema della insuffi– ciente soluzione istituzionale del Risorgimento. Per difen– dersi, essa oggi minaccia di scavare un solco incolmabile fra gli italiani e, appoggiandosi a forze antidemocratiche, riserba un misero, oscuro e servile avvenire al popolo italiano. ' la nostra democrazia ha il sen5o pieno delde autonomie locali. Nel rispetto del principio delJ'unità nazionale, lo stato storico accentrato ed accentratore, deve essere trasformato su:la base delle autonomie. Molte regioni, e soprattutto il mezzogim:no, saranno così in grado di formare una nuova classe politica, capace di risolvere i complessi problemi del rinnovamento civile e sociale del fl)aese-, . Le riforme strutturali dell'industria e dell'agricoltura so– gliono suscitare, per la loro enunciazione generica, la diffi– denza deg:i italiani. Ma esse, studiate nei loro concreti limiti e nei particolari tecnici, non sono manifesta:i;ioni di disordine, non implicano impoverimento del sistema economico, ma piuttosto suo potenziamento. In tutti i paesi moderni, il pro– blema di due settori dell'economia,. pubblico e privato, è posto non come espressione di un ideale socialista, ma di un ideale democratico come mezzo ,per rendere tecnicamente efficente un sistema economico e per adattarlo alle, esigenze crescenti di un popolo. Attraverso trasformazioni strutturali, tecnicamente preparate, dell'ingustria e del:' agricoltura, con una politica di lotta contro i monopoli, i privilegi e i prote– zionismi autarchici e corporativistici, si può ottenere un rin– giovanimento, uno snellimento e una maggiore produttività del sistema economico a favore del popolo tutto, e. un suo stabile inserii;nento nell'economia mondiale. Naturalmente l'intervento statale non dovrà estendersi al~e piccole e medie imprese, alle quali solo una grande libertà di iniziative e di creazione può assicurare condi?,ioni di sanità economica e di utilità sociale. Il problema degli operai, degli impiegati, e in genere deBe classi lavoratrici dipendenti è al centro del nostro in– teresse democratico. La democrazia è minata alle sue basi se lavoratori e impiegati fanguono nella miseria e nella insi-

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