Lo Stato Moderno - anno III - n.5 - 5 marzo 1946

118 ad esprimere torma1m-1.e tale sua. pre– cisa volontà mediante un refer-en'\um, e non ci sembra neppure concepibile l'at– tribuzione d,l un potere assoluto illimitato !in'Conài7Jlon811>o, tale da rimettere la vJta e i destlnti della nazione italiana ail'ar– blitr1o inconlirolllablle di una o,!ig,archia di lel§islatori. Il mondo ha conosciuto ditta– ture e tl>rannidi d1 usurparori de'! potere; mia non ha mali vissuto l'esperienza s<bori– ca di di1rtlaJbureconilerilte senzia limiti e condì!zioni precise da popoli liberi e con– sapevoli dei loro atti, desiderosi di un vJ.vere democratlico. Com'è necessario che il popolo italliano investa l'assemblea co- 9tlituen.1e dii quella suprema autorità, che certo il decreto di SaJerno non le può w:ure, cosi non potrebbe attribui,rg!iela tllell'a>ttua[e stltua2rlone di crisi costituzio– nale nè il luogotenente nè il governo nè i p.a,rtiJt.ide1 C.,L.N., cosi non sembra -pos– sibile dubbio sul1'i le-tlm1tà della esi– gen0a che i poteri della ~Ulburaassemblea siano delimi,t,ati in mocro preciso. Essa sarà sowana ma nei confini della sua competenza; dov,rà dare al paese una nuova cost>tu.:oione, degna dii un popoJo -civile, e ciò entro un term!ine perento– rio, col qua:Je verrà a scadere automati– camente il suo potere eccezionale per J!a– re Luogo ai nuovu organi costituziona:Ji ordinarli•· E', come si V'ede chlia~amente, la, tesi che tende a Jegitb!ma~ suhla volontà popdla.re la sowa!ll.ità stessa della Co– stituente, in una maniera non sempld– cemente formal1e, quale awebbe 1uogo nella pura vota.mane._ Questo punto <li vasta si è ulteriormente chiarito di 1ironte ali passo americano in merito a!Ua tunmone delJa Costttuente. Af co– munisti (v. l'editona,le deJll'Unitd de!! 22 rebbraio: • Il parere degLi americani •l l'intervento deglll am-aticani è decisa– mente dispiaciuto, e oi rendiamo ben conto com'e possano riuscire malgra,-. dn!i i pa,reri degli estranei sulle cose dii casa nostra. La critica dei comuni. sti ali,!'opinione d'oltre Oceano è la se-• guente: 'il parere americano erra là, dove giuàix:a gli attua.Id organi delio stato ita,Jiano '(Consig1io dei Ministri, Consulta, Luogotenente) in grado cli limitare con una legge .i poteri di una assemblea e1etta daJ popolo a suffra- 8110 univ-ersa<le. Ma a questa obbiezio– ne risponde appunto un referendum intorno aaJla legge s~ proposta dal governo. Quanto all'assoluta sovrani,tà de!lla Costi tu.ente, essa consisterebbe nell'accoppiamento delw. :fiun:zfone Jegi– slamce con queLLa propriamente inte– sa a formula-re 4a · costiturione: noi pensiam~ cli'e lo· svolg,imento contem– poraneo del!Je due ~unziion1 non possa essere che molto difficile: ma su que– sto deciderebbe appunto un referen– dum popolare ai! p.rogetto governativo, che includerebbe l'approv,a~:ione o me– no dell'art. 4: l'dmportante è che si se– gua anche da noi la prassi seguita in Francia, delle immediate dinrlssiond, neJ!le mani della Costituente, del go- 11&no In ca1'ica, e della costituzione di - un n'l,lovo governo su ind1ca7Jlone del– la Costituente stessa. Un'altra risposta al suggerimento LO STATO MODERNO americano è del costitu7Jlona11sta del– l'Università di Tor,ino, il prof. Emilio Orosa (« I1 pa?ere americano•• ne La Nuova Stampa di Tonno, del 26 feb– braio), il qualle polemi~a. anziitutto col Calamandrei (« Momento cq-itico », To– rino, Giu.s•tizia e Libertà, 22 febbraio) sull'interpretamone dell'istituto luogo– tenenziale. Per H oaiamandrei l'ecce– zAonalldt,à di esso consiste nel fatto che il potere del Luogotenente non ha die– tro di sè se non jil vuoto, avendo i>lre espr-essamente rinunziato a~1'uso deihle sue prero~artive. Più sotti-!mente il Cro– sa aVN1erte:· • A"filiermare che d!ietro ii luogotenente ow Vii è id vuoto, perché non v-i è il re che ha rln.u.n7Jialto dii J!atto al ~rono, è a-fJlermazione inesatta, se dai! punto di vJ– sta pol!itico possiam-0 conserutiTe che la dichiaraZione rea:Je equi"atga ad una ab– dicazione, dobt)Lamo tuttavtia rkonoscere che d!ietro a1 luogat,enen<t:erimane e per– mane l'ti,;1liru21ione sino a che il popolo ita!liano non abbia deciso altrimenA.i•· Non occorre molto accorgimento per ,avvedersi che la tesi del Clalamandrei poggia non tanto sull'a,rgomentamone ~uridica quanto suhla assoluta convdn– zione del non v,a,1ore poldtico della, luo– gotenenm; d'a,Ltra ,pa,rte la tesi del Crosa, non tenen!do conto de!J'eccezio– nali tà dehl'attuale situazione della Luo– gotenenza, cela sotto 1-a stretta. inter– pretazione giuridica l'.a.ttl'1ibuzione di un V'aQ.orepolitico effettivo alla luogote– nenZlll ·come legittimo residuo de1-la mon'a!rchia. Ancora una volta, in que– ste discussioni, appa,re ,iJl volto più chlairo di due punti <ii vista pd1itlici: la prevailenz,a, dei qua11i non potrà ormai essere decisa che danla voce popolia,re. Problemi della scuola Accogliamo con vivo interesse l'dni– ziati'Va dii una nuova r.ivdsta delle scuo– le medie, Scuola e vita, diretta da Ma– r'i,o Benldiscioli, soprattutto per i'l ca– raittere concreto dei suoi contributi, per la larga parte che in essa viene fatta ai problem1 di esperienza e critica di– dattica, affidati al[o studio di compe– tenti: tanto rpiù accurati e precisi, quando escono dalle file degli stessi in– se~-anti medii.' -Gli un-iv-.">TSita!rl, in 'Etu.esto genere di problemi, rischiano di perdersi nel generico, come quel ~e professore Michele Federi~o Sciacca, che deve a,ve.r perduto del tutto il senso dell'umorismo, per uscire ancora nehla · ri.dicol-a gonlliezza di questa a,1- locuzione: « Così è il Jìilosofo, il gran poeta deù.la verità, sondatore insonne e linceo del mistero del cosmo umano e naturale, ecc. •• nel momento in cui avrebbe dovuto occuparsi dell'insegn-a,.. mento dé!J,a ili1osofila ne1le scuole medie. Ottime nella 1Òro circoscritta pru– denza le 056ervazioni del Bend!iscioli nei due editoa:.iaJì: • Realtà politica e s~uola • (nel n. 1) è « Scuola e demo– cra2lia • (nel n. 2). Nel primo .articolo !,I Bendiscioli insiste sul ca,ra-ttere per– sonalisbLco dell'educazione; nel sec'ondo non-si nasconde d problemi reali e quelli fittizi insiti· nella formula del'la democTatizzazione della scuola. I primi sono: 1) accessi-bH,ità de!Ja scuola di grado medfo e superiore a tutti, e non ai soli abbienti; 2) prolungamento del– l'·istruzione gratuita e obbli,gatoria fino a tutta l'attuale scuola mooia; 3) de– terminazione dehle moda·ldtà atte ad à-1- lacciare questo g,rado di istruzione a queNi superiori. Ulusorie e demagogi– che ap,pa~ono invece al Ben'drlscioli al– tre prospettive: quella della democra– tlizza7Jlone del curricolo degli studi, af– "fudata alla revisione di corpi di inte– ressati; democratizza-z,ione deg'Li inse– gnanti, v,uota parola; e a[trettanto dd– cansi della d·en.ocratizzazione dei criteri! di vaJutiazione. Da af1irontare realmen– te è invece quello della democratizza– l'Jione dell'amminJstraa:ione scolastica, che coinvolge H problema cli affidare l'ammtlnistramone scoJ,astica « ai rap– presentanti generali dell'amministra– zione pubblica locale ». Ma qui resta da, vedere quali limiti concreti si in– tendano da,re aJ termine di ammini– strazione. Sulla democraticzzazione della scuola è tornato ad insistere anche il prof. Antonio Banfi (« D~scorso agl'insegnan– ti •• Uni,tà del 20 febbrndo) il quale giu– stamente sostiene che le piu sagge mi– sure che si potrebbero prendere al– l'interno della vita scolas•tica sarebbe– ro radicalmente sv,a'l.utate se la demo– crazia deL}a scucila non rosse un'espres– sione pa,rticola,re di un regime effetti– vamente democratico: il prof. Banf-i ci consentirà solamente di crede.re alla concepibilità della democrazia in for– ma diversa da queUa troppo coniusa– mente prospettata dal P-a,rtito Comu– nista Italiano. Un manifesto elettorale .A!bbiamo letto nella Libertà del. 27 fe)>braJo il manifesto del Partito Li– berale, in vista delle elezioni ammi– nistrative per la città di Milano. In un certo senso, pensiamo che esso possa costituire un modello del g~nere per tutti i successivd manifesti elettorali degli ailtri partiti: qualle di questi, in– fiàtti, non prometterà che i suoi can– didati sono dei competenti e dei ga– tantuomini, dei silllceri ambrosiani, dei ricostruttori di' prim'ordine? pure a noi questo manifesto non finisce di pia– cere del tutto: perchè vive ancora nel– l'equivoco che !'.amministrazione sia co– sa meramente tecnica e non coinvolga criteril nohiJmente •politici; e quando del resto si sia svuotata, per una ille– cita separazione, la pol1tica da41'ammi– nistra7Jlone, non si saprà più assoluta– mente che cosa siano e l'una e l'altra; e si avrà della politica senza problemi concreti e dell'amm.inistrazione miope, anohe se onesta, ambrosiana, ecc. u. s.

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