Lo Stato Moderno - anno III - n.5 - 5 marzo 1946

LO STATO MODERNO 117 RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA L'art. 66 una brev-e notizia de\lla stampa ci informa che • anche l'art. 66 verrà modificato in modo che non suoni of– fesa contro i,l clero» (Corriere d'infO'l'– mazione, 28 iiebbraio): cosi hl Consiglio dei Ministri, per il quale tl parere del1a Consulta non è impegnativo (-lo ha ri– cordato dà recente il ministro Togliatti a, proposito del voto obbligatorio) risol– .nerà, neH'ambito deU'accor'do - o delle reciproche concessioni - tra partiti, una questione che il Gonella (« Cose fastidiose», nel Popolo ~ 13 febbraio) definiva fastidiosa e stupida. In un certo senso non esitiamq a condivddere l'opinione del'1o scrittore cattolico: N fondo dell'a•rt. 66 è indubbiamente an– ticlericaJev e le lance che si spezza– rono in Consulta in favore di esso erano quelle di una esplicita diffildem,a verso il cle•ro: s~g,no che la polemica del laicismo non si è spenta nell'opi– nione pubblica. Gli argomenti cattolici contro l'dl]!egittimità di questa diffi– denza sono pure rispettabili: perchè, si di,ce cdl tono della dignità ingiuriata, sospettare dei preti, e non, nello si.es – so tempo e alJlo stesso titolo, di tutti coloro che hanno preva~ente ascendente p·ersonale sugli uomini, anche se non precisamente addetti a cura d'an1me? • Perchè non ci si preoccupa ad es. dei medici e degli avvocati che avendo con– tatti col pubblico in circostanze partico– lari (bisognos, di cu.re sami1'a1'1ie o di pa– trooinòo lega1e) possono avere SUJ11!•i animi un infl,usso identko e anche più decisivo di q,uello dei rnind-strli de'! culto? Perchè non cl si preoccupa di tutte le categmi.e di educatori, particoLarmenrte dei docent.i di scuole di ordine superiore, che possono molto più notevdlmente incidere sull'o– rientamen~ poLI tdco dei discenti, e sono sol.tamente portati per la natura spe– ci~ica ad akuni raffi'i dell'insegnamenio universitall1io a riferimenti di natura po– li1Jlca •? Cosi ragiona Ernesto Pisoni (S< L'arti– colo 66 », nehl'Osserva,tore del 15 feb– braio): e ragionà male, e offre un ar– gomento agili avversari, mentre, col G-o– nella, ne elimina saggiamente altri, quando prospetta l'odiosità di una cen– sura ai piedi del pulpito. Ragiona ma– le, perché dimentica, ora che polemica– mente gli torna, comodo, U-divario tra una cu1tura e una dir.ezione morale di origine soprannaturale~ una cLi ori-gine razionalisti-ca e critica. Sembra persino strano dove-r insistere su dati che per il mondo .della cultura sono pacifici, e che solo la politica può riuscire ancora una vo1ta a intor!;idare: non è forse 1l'el'O che la verità religi9sa si distin– gue dalla verità ra:mona4e per una sua necessità categoriale? Non è forse ve– ro che -l'errore, dal ,punto di vista reli– gioso, è peccato, mentre dal punto di vista critico è un momelllto del pro- o cesso stesso delila verità? Non è quincLi •mevitabhle che la interferenza del clero nella polntica abbia un carattere d<i– verso da queHa di ogll!.i a,ltro intellet– tuaUe, d'iverso com'è, inevitabilmente, nei due casi, i,l processo de'lla persua– sione? Va bene: ora sappiamo che l'ar– ticolo 66 verrà modificato a salvare a·nche esterionniente il prestigio ael clero: il quale non ha torto del resto nel sospettare un contrapposto perico– losamente dogmatilco nell'anticlerica– lismo di altre tendenze politiche: il vero ed unico margiine al dogmatismo non è nelM'opposizione di un ~tro blocco dogmatico, ma ne'l,Ja forza spirituale delle tendenze raziòna.1t~tiche; neppure, quindi, nel precluderè ai preti, in quanto uomJni di personali convinzioni, la faicoltà più libera di farle valere in tutti i modi che non trapass:no nella grossolana minaccia di sanzioni spiri– tuili. Quanto alla modificazione del– l'art. 66, non è forse iHe-gittima l'im– press·ione che ri'entri sul piano deile mutue concessioni tra pa,rtliti, quando, nello stesso Corriere d'informazione, si legge che • •n merito al voto obbligatorio, in li– nea di massima, è st,atx>deciso che l'ob– t;Jdgaitorietà del voto resti sancita come piiincipio, escludendo ogni.i sanzione»: che è la sua praiica sv,alutazione, per– chè è chiairo che mancando le sanzioni, la legge cessa di contare proprio per quei cittadini per i qua11,jera stata prevista. Forse i•l Cons.igilio dei Mini– stri si è penetrato delta verità espressa daJ GoneJQa, a proposito appunto del cita~o art. 66, che non è « concepibile una leg,g;eciVile che pre– suma dii p_otersi ~dere al foro interno dellla coscienza •: noi cred~mo appunto che il sancire ill. dovere del voto fosse introdursi sur– rettiziamente in taJe ambito: il che portava ad una revisione del concetto lvberale dei poteri delllo Stato con 'èui sostanztaam.erite corlèo!'dà quèl prin– cipio de( Gonèua:" ma' à che,' allora, Te girosse bordate moralistiche per il voto ob):jjjgatorio? Non era meglio dichia– rarne apertamente la giustificazìone pdlitica 'contingente, come ha fatto una vdlta lo Janni sulla, Libertd, con una sincerità per la qua!Ie noi gli abbiamo espresso, qui appunto, la nostra gra– titudine? Discussioni '· 11 e ·,, intorno a a ostituente Anclie intomo ai poteri ~lla Costi– tuente si vengono, sul terreno della realizzazione politica, assai bene deter– minando le posizliòni dei partiti; e l'ac– coglimento, da parte de!! Cons.ig,lio dei Ministri, del referendum suHa questio- ne i'Stituziona4e, ha senz'altro vulnerato il principio della sov~anità illimitata delila Costituente. Qui eVidzntemente le si.ntistre hanno ceduto sen:lla troppo consumarsi nella battaglia,: T•ogiiattì avrebbe detto, come si Ìegge neJil.a Libertd del 27 febbraio, e che i comunisti ·si erano opposti al referendum quando si 1ra ttava di sce– gL!erc tra referen ,J.um e Costituente»: parolz non perfettamente chiare, per– ché, per un verso, i fautori del refe– rendum, almeno sulla buona fede delle parole, non hanno mai inteso dd invaU– dare la Costituente; e d'altra parte è aVV1en:uto appunto che sì è scelta la form:i, del referendum, ad esclusione della Costituente per ciò che riguarda la rJsoluzione del prob'lema istituzio– nale: con un metodo che pevmetterà cosi forse a1 due partiti che ancora non si sono pronunziati di non pro– nunziarsi ormai afil\a tto, I'!fuettendo, con lea41ssimo ossequio alJ),a volontà dell popolo, la decisione al popolo stesso. Ma questa non è forse, che gratuita ma1ign:irtà, e sairà certo vero, invece, che la base dei liberali lruig:ue nell'at– tesa di pronunziarsi per la repubblica, attraverso il1 prossimo Congresso na– Zlionale! Quanto a noi, salutiamo nel referendum un principio e un metodo democratico, quando, s'intende, i rap– porti e le differenze trà partiti, che offrono del!le chiaTificarziioni e delle discriminazioni alla coscien.Z/3.popolare (senoo cui il referendum stesso è illu– sordo), siano leaOmente e.spresse: cosa che finora certamente nO'l'l è, se si può assistere alJila singolan-e confusione, per la quale le destre vogliono procedimentd ul<trademocratici, e le sinistre invocano la discussione responsabile nelle forme della democrazia indi·retta; saavo poi, in un altro rovesciamento del!le posi- 2Jioni, assista-e all fatto che le destre vogliano un potere Jimibato, e le siru– stre, illimitato, dell'Assemlblea Costi- tuente. ~ An<che in questa discussione non bi– sogna lasciarsi vl!ludere dal giurid!icismo che assume, in ta1luni ambienti, la controversia: per lo più il punto di vista gliuridico maschera quello politico. L'argomentazione giluridi-ca, tendente a limita~e i poteri dehla Costdtuente, con– siste in questo: èhe la soVTanità è mfile mani dli chi detl.ega i poteri, e che per– tanto la Costituente è sov<rana, nei li– miti che le vengono assegnati nella de– lega stessa. Questa la tesi Liberale, co– me si può leggere chiaramente espressa da Giuido Astuti (« Poteri della Costi– tuente», Opinione• del 13 febbraio): « Noi accettiamo oggi che il corpo elet– tiora:J.e possa valiidamente conferire ad una assetnblea rappresentatJiv,a il potere di deliberare l•a nuova coobi<tuzlone dello stato; ma occorre che essa sia cMamata

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