Lo Stato Moderno - anno III - n.5 - 5 marzo 1946

tamente 1a causa di. Roma e ·Berlino e condussero a ,grandi cambiamenti per litici. Particolarmente, nel 1936; •la crisi ministeriale mise i•ngrado il Re di Ro- _ mania di licenziare Ti,twlescu. La caduta di quest'uomo politico, che rappresen– lava l'J. causa deJ:la Società delle Na– zioni e del-l'alleanza francese ,nei Ba4- cani, fu il sin-tomo p'iù allarmante del successo ottenuto dai paesi tota-lital'i. Sin dall'epoca della conferenza di Bled nell'agosto 1935, Stoyadmovitch era stato impaziente di liberar'si dal Patto balcanico e dalla Piccola Intesa. Gran– demente impressionato daJil'esibizione di potenza tedesca ed italiana, egli pensò che· ·la sicurezza del suo paese sarebbe stata meglio garantita da più strette-celazioni con la Bulgaria od an- . che con l'Italia. n Re di Romania fu della stessa opinione. Il .patto dehla Piccola Intesa proibi– va ai suoi membri di firmare qualsiasi altro .trattato senza l'a4)provazione di tutti gli associati e 'I1itulesco, attenen– dosi ad esso, non avrebbe mai accon– sentito al trattato di amicizia •che· Stoyadinovitch firmò con la Bulgaria il 24 gennaio 1937. Questo trattato ·era già stato preparato molto tempo prima a Berlino da:! ft'ate!JJ.o·di Re Boris, Granduca CiTil!o, e dall'ex-Re Ferdi– nando, di- Bulgaria, che, esiliato a Co– burgo, era diventa,to uno strumento delle ambizioni germanichè, mosso dal– lo spi.rito di ri•vtincita per la disfatta su– bita 'durante la grand·e guerra. Tale trattato inferse un grave colpo a.Jla P;ic– cola Intesa. Promettendo amicizia eter– na e pace duratura con la Bulgaria (articolo 1 del Trattato) la Jugoslavia rompeva delibèraitamente i propri im– pegni, poichè lii pa~to della Piccdla In– tesa e quello ~-lcanico obbMgavano la Jugoslavia, qualora la Bulgaria avesse attaccato la Grecia o na Germania (?), a schieracsi dalla loro parte. Il Trattwto. concluso da Stoyadino– vitch con l'Itailia il 15 marzo 1937, in-· ferse alla Piccola Intesa un colpo an– cora più grave. E' bensì vero che ai termini di questo Trattato l'Italia s'im– pegnava· a non appoggiare iJ revisioiu– smo magiaro ai danni della Jugoslavia, ma questa s'impegnava ·d'altra parte a non fare alcuna azione qualora il revi- · sionismo magiaro fosse esercitato ai danni della Cecoslovacchia;· sua socia nella Piccola ·rntesa. La Jugosiavia si impegnava inoltre a conferire con Ro– ma su tutti i futuri sviiluppi della sua politica estera, cosa qdesta che osta– colava assai i movimenti diplomatici inglesi e francesi nell'Europa centraie e nei Bakani, che avrebbero trovato l'Italia coperta dalla sua nuova alleata. Ohi l'avrebbe creduto possibiJe all'epoca déll'impresa di Fiume o dell'assassinio di Re Ale!,Sandro? Allorchè, verso 4a .fine di ottobre, Stoyadinovitch si recò a Parigi per rin– novare U tra.tta.to d'amicizia• :franco– Jugoslavo, gli si chdese di spiegare per– chè ave~e rovesciato -la politica jugo- LO S'l'ATO MODERNO slava. Il tenore genera-le defila risposta fu il seguente: Quando nel gennaio del 1935 il Ministro di Jugoslàv!a a Pa·rigi chiese a LavaJ, di ritorno dal suo viag– gio a Roma, se era riuscito a mettere una buona parola per gli interessi Jugo– slavi, queg];i rispose:.• Ho fatto del mio meglio. Son,o giunto ad un accordo con l'Italia. Ora tocca a voi di fare ,lo stes– so •· « Ebbene, lo abbiamo :fatto. Potete biasimarci per questo? • disse Stoyadi– novitch a mo' di conclusione. Ma •la Francia sa far valere i propri diritti, quando lo vuole. Così, allorchè si intese •a Parigi che 1a,.Romanla, die– tro pressione di Berlino, pensava di se– guire l'esempio 1:lella Jugoslavia, con– cludendo un trattato con ['Italia press'a poco negli stessi tennini, la Francia si mostrò risdluta e lo impedì. In quel momento la ~ancia si ac– corse p~re che, diètro pressiqne dei medesimi ambienti, si stava. negoziando fra Bucarest e Varsavia un rLnnova– mento del trattato militare polacco-ru– meno, che avrebbe trasformato tale trattato in uno strumento contro la Russia. La Francia espresse la propria meraviglia e chiese spiegazionj. Il ri– sultato fu che essa ottenne smentite forma-li sia d!i Varsavia che da Bu– carest. Durante le visite del Presidente po– lacco in Romanda e di Re Oarol in Po– lonia, correva voce tuttavia che, nono– stante queste smentite, continuassero le trattative nen .doppio sçopo d'impedi– re il transito aJJe truppe sovietiche che potessero essece ,inviate in aiuto del:la Cecoslovacchia, e d'impedire l'occupa– zione delJa Bessara•bia., Se queste trat– tative non ebbero risultato - ciò che– del restQ è dubbio - fu a causa del– l'orgoglio mmtare polacco. Durante la loro· prima visita. in Ro– mania, i membri dello Stato Maggiore del Maresciallo li;'dz-Smigly chiesero ohe, in caso. di collaborazione milita!l'e fira Polonia e Romania, il comando su– premo fosse à!ffidato ad un genera-le po– iacco. Questa richiesta influenzò sfa– vorevolmente lo sv<Jlgersi dei negozia ti. Non fu data alcuna risposta, ma gli ufficiali di entrambi d ,_a:>aesì esam!n~– rono svogliatamente le carte per sco– prire a quali condizioni sarebbe stata possibile una collaborazione tra di loro. Quando successivamente Re Caro! si recò in Polonia, assistette. alle manovre • delle divisiorui e dei corpi d'àrmata. Il Macescial.lo Rydz-Smigly osservò al suo ospite èhe .queste manovre dejle rispet– tive unità erano essenzia;!i e che nes– sun a1to comando potéva assolvere il suo compito se non faceva eseguire re– golarmente ta'li manovre. Aggiunse che con rincrescimento aveva saputo che esse non avevano'aivuto luogo in Roma– nia. Tutto il sangue degli Hohenzollern si ribeHò 'in Re Caro! ed egli non dis– simulò. il proprio risentimento a tale osservazione. . ,t . Al suo ritorno in pa;tria, ordinò al Ministro dé1la Guerra, generale Ange- 113 lescu e a vari membri dello Stato Mag– ~ore di andare ad incontrarlo ~Ila !frontiera. Là egli chiese loro seccamen– te perchè non avessero fatto eseguire le manovre delle diviS'ioni e dei COr:J>i d'armata. n generale Angelescu~ rispose che ciò era avvenuto perchè il Parla– mento non aveva votato i fondi neces– sarii. Tale spiegazione non soddisfece i'! IRe ed egli ordinò al suo Ministro di fare in modo che esse si svolgessero nel corso dell'estate, Le manovre eb– beco luogo .in agosto ed i rappresentan– ti dehlo Stàto Maggiore polacco fucono ~nvitati ad assiterv-1- Si ripresero i ne– goziati relativi al comando supremo e si raggiunse una base d'accordo. Si può aggiungere qui che il sogget– to de!Jle manovre rumene fu: azione unita delle forze rumeno-polacche con– tro un'.armata che cercava di forzare hl passaggio in Romania daùa'o.riente. Questi fatti ,pare dimostrino che le smentite di Varsavia• e di Bucarest non avevano un gran fondaillento. · Benchè la Polonia continui a ma– gnificare la propria fedeltà agli impe– gnd del trattato d'alleanza con la Fran– cia, essa ne ha grandemente ·diminui– to Il vailore morale. Dal 193~, ~ causa del suo timore della Getmania e del terrore della Russia-, essa rifiuta --OSlii– ~atamen.te di oosociarsi a1l:a politica franco-britannica dii sicurezza collet– tiva e di reciproca assistenza. E' chiaro che se la Polonia, in accor– do con lo spirito, se non con la lette– ra, debla propria aolleanza -verso la F,rancia, avesse deciso di prender par– te a.Jla "Locarno orienta'1e, pcoposta dal Ministro de(OliiEsteri traru::ese per as– sicurare ,la pàce nell'Europa orientale, la Germania non avrebbe potuto ef– fettuare le sue intromissioni/ abusive nell'Europa centraile e nei Bllilcani e si sarebbe mostrata maggiormente -iic– cessibHe a•llè proposte di pace dei go– verlld francese ed inglese. Il Ministro deg!Ì •Esteri polacco; co– lonnello Beck, fece il posslbi-le per fru– sbra,re gli sforzi francesi per organiz– zare .la sicurezza colilettiva negli sta– ti deil'Europa orientale, in colilàbora- . zione con ìa Russia e con gli stabi bal– canici e éentro-:europei. Questa linea di condotta g-li fu eiettata !a.J risenti– mento contro il patto· franco-russo, che egli considerava un'offesa ._aJla cond1- zione polacca di grancle potenza e di unica ga<rante de~a sicurezza france– se nel:l'Europa o,:,ientale. Cosi il colonello Beck lottò per man– tenere l'equllibrfo tra la Germania e la Russia,• senza abbandonare .Ja Fran– cia (!perchè dopo tutto aiveva ancora qualche scrupÒlo circa la Germania) e tutta Ja sua attività politica fu con– dotta in conformità. Per riuscire in questa d~fficile impresa, ohe solo po– teva' avvantagg,iare l'asse Roma-Berli– no, egli si fece 1'l paladino delle nazio– ni mi.oori. (continua)

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