Lo Stato Moderno - anno III - n.5 - 5 marzo 1946

112 LO STATO MODERNO, RICATTO o GUERRA L' E U R O P A D I I E R I Una sistemazione provviisorla ·che dà chiari segni di diventare permanente è cosa fuor dal comune e non può che su– scitare preoccupazione. In 'caso di guer– ra cl sarebbero <faciJment.e tagliate le comunicazioni con aa Tunisia ed il Marocco; jn qu~o stl!\!ISOmomento le basi navali ed aeree di Majorc~, Ceuta e· Mehllla sono occupate dai nostri ne– m1ti. Le basi del'le Oanarie costituisco, n'o una minaccia per la Vii.aCasablanca– Bol.'deaux. n governo francese ha ra– gione di mostrarsi preoccupato, veden– do che gli dtali,ani non si muovono da Majorca, udendo che vi si sono fortifi– ca ti, scoprendo infine che nello stèsso te-mpo intere diV1isioni1taliane sono sta– te mandate, senza a,lcun motLv.o plausi– bile, a To'ipo1i, che è adiacente aua T-u– nlsiu, possedimento francese. Simulta– neamente 1a Germania intensifica ia propaganda contro la Cecoslovacchia ...•. I vantaggi ,raggiunti con aa guerra di Spagna dall'asse Roma-Berliino, sen– za contare che le linee di dLfesa kanco~ britanniche nel Mediterraneo sono state temporane;imente ma interamente di– strutte, e che è stato abiamente provo– cato· J,lfermento in tutti li possedimenti francesi e nel Nord-A!kica, sono i se– guenti!: In <:aso di conflitto •la Fcancia sarà ora obbligata a guarnire una nuova frontiera: quella dei Pirenei NeMa st=a eventuamà la Spagna può .oontare su •una lfoote di potenziale umano che le permette d,i mobi!Ltare un milione di truppe e anche su una fonte potenziaile dndustriale ora ben or– ganizzata per da fabbricazione di mate– riale beHico. . Italia e ~mania sono più facilmente in grado di a-ifornini di ipirite e di mei,– cui:io da A,kmaden, idi fecro da Bilbao, di rame dal Marocco. LI Portogallo 'ha abbandonato il suo tradizionale accordo con la Gran Bre– ta-gna diventando un satellite dell'Ita– lia e della Germania, di sentinella alle vie- dell'Atlantico. ' • Gli effetti dell'asse Roma-Berlino si fecero sentire anche nei Balcani. No– nostante la ll'ernissività dimostrata dalle democrazie, i paesi balcanici e-oentro– europei si mantennero unib! a.Jla Fran– cia e a1la Società /ie:lle Nazioni. Nel quadro idi questa politica tradizionale, il Ministro degli Esteri rumeno, Titule– sco, contemplò ia possi'blJità di coordi– naJ"e i patti balcanici e la Piccola In– tesa in una serie di trattati di reciproca asa1stenza, ,rinforzati in occidente dalla FNmcla ed in oriente dalla Russia. di GENEVlÈVE TABOUlS (Continuazione da! numero precedente) La pr~a necessità era di raggrup– pare -le forze della democraz,ia mondia~e per contrapporle all'aumentare delle 4nfiuenze totailitarie. Il principio di que– sto raggruppamento era stato appro– wto durante l'incontro dei tre capi di Governo dei paesi della Piccola In– tesa, avvenuto a Bucarest itl 6 giugno 1936. Quando, al principio del mese seguente, Titulesco si tirovò a Ginewa con Blum, ,gli disse del progetto che aveva in mente. Blum, con -la sua con– sueta ,rapidità di visione, si rese conto di qual vantaggio sarebbe stata per la Francia J'effettuazione di tale progetto. Di conseguenza, il 14 agosto 1936 man~ dò Piene Cot a Cap Marbin per discu– terne con Titulesco tutti i dettagli. Il progetto, debitamente elaborato nella forma conveniente, avrebbe do– vuto, seguen'<io il corso naturale de:lle cose, trasformarsi do realtà all'Assem– blea della S.d.N., il 23 settembre 1936. Ma non se ne ifece nulla. ll,;Quai d'Or~ say, trattenuto dal timore di offendere l'Jng:hilte!11'a, decise di tenersi in di– sparte. H patto dnoltre comportava ac– cordi milita,ri, con paesi confinanti con l'rtalia ed il Quai d'Orsay temeva di suscitare la coH.era del Duce. Quindi, alle urgenti sollecitazioni dn proposito, la Francia rispose che. non era per il momento disposta ad as~umere nuovi impegni. Per aa stessa ragione non fu– rono prese In considerazlione neppure le t>roposte cui la Turchia aveva fatto cenno con Paul-BGn.Cour, durantè la conferenza di Montreux, nel luglio del 1936. Benchè in maniera alquanto va– ga, esse dimostravano, se non altro, che la Turchia desiderava un ravvici– namento con la F1rancia ed era disposta ad esaminare, sotto i suoi >auspici, le possibilità di -un patto di reciproca as– sistenza. Questo atteggiamento da parte turca armonlzmvà col progetto di Ti– tulesco per l'Europa centrale e i Bal– cani ed avrebbe facmtato :li ripristino della sicurezza collettiva. I trattati di reciproca assistenza fr8t}co-russa-ceco– slovacca si sarebbero inseriti nei trat– tati analoghi fra la Turchia e gli Stati • della Piccola Intesa. NeHe sue conversazioni ,ufficiali, Pàul Boncour aveva attirato l'attenzione del governo francese sul fatto che il ri– sultato della conferenm di Montreux sarebbe stato di iriprisblnare il controllo turco sugli stretti e che era quindi della massima lirnportanza che la Tur– chia fosse associata al patto concluso dalla F'rancia con la Russia ed a quello che ,essa era in procinto di negoziare con la Romania. E' chiaro che, -per que– sti due paesi, gli stretti rappresenta– vano la sola via d'accesso al Mediterra– neo e quindi il Qoro legame con la Francia. La risposta francese non fu molto chiaTa. Era dogico che la Françia te– nesse nella de'bita considerazione l'at– tegg,iamento favorevole del!la Turchfa, e 1'4mportanz,a derivante alla di lei col– laiborazione, dalla posizione ohe essa avrebbe d'ora dn poi occupato negli stretti. Paul-Boncour fu autDrizzato a dare assicurazioni in tal senso a Rustu– Aras, ma era <Ufficile aspettarsi che 'la T,urchia avrebbe aasclato 'Ire cose a que– sto p,unto. La sua risposta fu, grosso modo, 1a seguertte: « Mi domandate- di seguire a vostro vantaggio una politica .<ii sicurezza ~e~onale (regional assu– rance), aa qua'1e, rifiutando io i:I passag– gio al!le navi da- ,guerr'a dei vostri ne– mici, mi trascinerà dn una guerra, è non mi date alcuna assiC1UraZiione o garanzia d'a21><>ggio ». Mentre, grazie agli sforzi ed all'abi– lità di Paul-Boncour Ja conferenza di Montreux terminava 111 maniera soddi– sfacente, mentre, in seguito ad essa, si compiva per <laprima volta la revisio– ne di illn trattato sotto ,gli auspici della Società delle Nazioni, i rlsllltati otte– nuti non :fiurono quali avrebbe meritàto la buona volontà ditnositrata dalla Tur– chia. ~. poco dopo, l'affare di Alessand-ret– ta sollevò il malcontento turco. L'Inghilterra fu. in certa m!Surà 1·e– sponsabile di questo parziale falli– mento. Di certo essa avrebbe cordial– mente approvato che aa Francia co– gliesse in pieno i vantaggi della situa- 7lione, ma non ritenne suo dòvere di incoraggiare il Governo di Parigi ad occupare illna posizione di comando ne– gli stretti, che essa aveva sempre con– siderato come un punto particolarmen– te sensibile per l'equilibrio europeo. L'asse Roma - Berlino approfittò di questa occasione per estendere la pro– pria in1'lu.enza economica nel vicino oriente. I viaggi compiuti-vi dal dott. Schacht durante questo periodo, resero poss1'bile a-Ha Germania di acquistarsi c-0là simpatie economiche, facilmente suscettibili di ·volgersi in simpatie poli– tiche, perc!iè le amicizie tra na7lioiìi non hanno solide- basi se non quando danno favorevole impulso agli interessi eco– nomi.ci. IntrlghJ jugoslavi e polacchi, macchi– nati dal Presidente del C()llSiglio jugo– slavo, :Sto~dlnovitch, <favorirono segre-

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