Lo Stato Moderno - anno III - n.4 - 20 febbraio 1946

92 LO STATO MODERNò RASSEGNADELLA STAMPAESTERA Il futuro della Jugoslavia Li regime interno della Jugoslavia è l' o g g e,tt o di tre articoli di Randolph Churchill, apparsi recentemente sul Daily Te!eoraph.. Nell'u:t:mo di taii ar– t!coli, apparsi H giorno 25 gennaio, vie– ne ,particolarmente a!Lrontato il proble– ma della scuola e deJla stampa in rela– zione agli intenti del governo attuale. Nella generale riform3 de:t'istruzione, nella compos:zione dei nuovi libri di testo è evidente il tono nazionalistico, militaristico e totalitario che si vuol dare all'educazione: si notano, fra le al– tre, illustrazioni di so:datl e car,i arma– ti marcianti verso Trieste, mentre al– trove ricorrono canzoni in cui il bam– bino si rivolge alJa « mia cara piccola mitragliatrice•. Tutto questo nei silla– bari per bambini di 5-6 anni. Nel complesso del paese sono eviden– ,ti i segni di un regime poliziesco senza H quale uno Stato totai:itario non può vivere. • Gli ott:misti possono sperare che con il passare del tempo il regime possà diventare meno dittatoriale e più liberale nel suoi metodi. Ci iu un tem– po in cui io stesso condi\f.devo s'.mili speranze, ma sono stato riluttantemente forzato alla conclusione, nella mia re– cente visita, che i comunisti, che rap– presentano una picco!a minoranza del– l'intera popolazione, sono decisi ad im– postare il ,loro regime con metodi fer– rei e ad assicurarsi il potere per sern– pré. Pensare altrimenti vorrebbe dire deludere se stessi e, ciò che è peggio, deludere gli altri•· Un altro aspetto del totalitarismo ju– goslavo ci è offerto, a detta dell'auto– re, da<icontinui inceppi che gli organi di ,governo Jocalli mettono alla vita di rappresentanti ufficiali deJla Gran Bre– tagna e degli Stati Unili ed a sudditi cli queste due nazioni che hanno in Jugo– slavia deg:i interessi econom:c1. La stampa conduce soprattutto una attiva opera di denigra2lione degli Alleati oc– cidentali; malgrado le 160.000•.onn<!lla– te mensili fornite daJl' U.N.R.R.A. alla Jugoslavia. Britann:ci ed Americani sono so'itamente chiamati « imperia!i– sti, capitalisti che succhiano il sang.ie e fascisti•· Particoiare ripugnanza mostrano le autorità Jugoslave a concedere per– messi di rapporti •regolari agli agenti consolari anglosassoni con g1i altri paesi. L'Autore cita Il caso del vice– console britannico a Lub:ana cui è sta– to ostinatamente negato il permesso di inv:are settimanalmente la sua jeep a Trieste per provviste. Non pare tut– tavia che ,te proteste ripetutamente Inoltrate dal rappresentanti diploma– tici sortano alcuni effetto, almeno fin· chè la situazione politica in~rnazio– nale rimane quzlla che è. In questa affermazione di un sistema di cose che in Italia fu alquanto fami– liare, affiorano tuttav:a degli e:ementi che aprono nuovi spiragli nella vita degli Jugoslavi. Questi, malgTado le condizioni disastrose In cui la guerra ha lasc:ato il paese, dimostrano, al di fuori di una tendenza verso un clima politlco od un altro, una decisa vo– lontà di ricostruzione; per cui nume– rosi funzionari dell'U.N.R.R.A. ebbero ad esprimere la loro soddisfazione per aver collaborato con enti locali. Ac– canto a questo desiderio di ripresa !! popolo sente una vera gratitudine verso l'U.N.R.R.A. Tutto il tono di questa seconda par– te dell'articolo non fa che esprimere: se non cl fosse quel governo ... la Jugc,– slavia sarebbe un'altra cosa. Affiora dall'atteggiamento de!l'autore un cer– to imbarazzo nei riguardi dei suoi com– patrioti che potrebbero rimproverare, a !ùi ed agli altri membri della mis– sione di guerra presso di maresciallo Tito, di non aver visto ch:aro at:ora e di esser sbti concausa della situa– zione presente. Se si può rivolgere que– sto appunto a Randolph ChurchiU ed ai suoi compa11ni, altra è la posizione del Foreign Office e del Quartier Ge– nerale alleato: colà probabi:mrnte si vedeva con una certa chiarezza fin da allora, ma si voleva subordinare ogni questione al raggiungimento della vit– toria sulla Germania; nulla di più na– turale che in questo particolare caso venissero scelti degli c!Iementi ben di– sposti, perchè ~a collaborazione dive– nisse efiicace. Si sarà preveduto allora quello che doveva vericficarsi in se– guilo? La risposta più vicina al vero è probab:lmente che, come avvenne nel settore asiatico nella guerra contro il Giappone, la vittoria sommerse gli Al– leati sotto Il cumulo de1'e molteplici nuove responsabilità, togliendo loro quel contro!,'.o ,più o meno intenso di tutti i fronti che - salvo sempre le relazioni con l'Unione Sovietica - essi avrebbero desiderato. Un progetto francese per la Ruhr Le recenti proposte frartcesi riguardo ad un nuovo stato autonomo della Ruhr suggeriscono importanti conside– razioni al Times del 16 genna:ò, che rispecchiano il duplice aspetto - eco– nomico e politico - del problema. Si può anzitutto prevedere che Il punto di vista russo sarà caratter:zzato dalla preoccupazione che J'attuazione delle proposte francesi non portino ad ' una rapida ripresa dell'Industria della Ruhr. L'Unione Sovietica potrà pren- dere in considerazione le proposte fran– cesi ed assistere ad una r:presa della efficienza produttiva della Ruhr ed allo svi,'.uppo di essa con beneficio di tutta l'economia europea, sol~nto se avrà voce in capitolo net regolamento del– l'attività produttiva e nel suo controllo; potrà cosi essere ben sicura che tale attività non sarà rivolta contro di lei. Gli esperti britannici sono invece presi dal timore ohe una separazione netta, quale è quella auspicata dalla Francia, tra il potente territorio indu– stria!e della Ruhr ed il rimanente della Germania porterebbe ad uno squi:ibrio economico dannoso: mentre la Ruhr di– venterebbe un competitore temibile nelle esportazioni meccaniche, il resto del paese sarebbe, affetto da un bilan– cio non mal in equilibrio, sfornito come sarebbe di esportazioni che controbi– lancino le T1ecessilà di merci estere. Di qui Ja proposta inglese che l'interna– zionalizzazione del<laRuhr sia non po– litica ma soltanto economica. Alla soluzione prospettata da parte inglese è facile da parte francese op– porre una serie di dubbi sul come ren– dere una separazione soltanto econo– mica della Ruhr pienamente efficace. Un controllo economico della regione, posto che la sovranità restasse alla Ger– man:a, esigerebbe un vero esercito di tecnici e di ispettori. Senza separazione politica il loro compito risulterebbe dif– ficile e la iPOSSibilitàdi url'i ed interfe– renze, continua. La loro ,presenza o ren– derebbe la sowanità tedesca iaffatto nominale o avrebbe ben poca efficacia. Si verificherebbe, in sostanza, tutto quel sistema di boicottaggio e di riva– lità reciproche che caratterizzò la pseu– do-attività delie commissioni alleate di controllo dopo la prima guerra mon– diale. Il controllo economico sareb_be inu– tile, continua la tesi francese, senza il controllo finanziario. Se la Ruhr fosse una parbe della Germania, il controllo finanziario potrebbe essere esercitato solo attraverso l'amministrazione cen– trale, a Berlino. Risulta co"slnecessaria l'instaurazione di un sistema finanzia– rio separato per la Ruhr; ciò significa uno status politico separato. Infine, dato che la Germania priva deJla Ruhr è incapace di aggressioni pericolose, ci si potrebbe assicurare dell'impossibi– lità di nuocere deJla Germania con il se~~lice controllo su quest'ultima parte di essa. Il piano francese contempla la di– struzione od il trasferimento in qualità di riparazioni di gue11ra degli impianti pesanti del ferro e dell'acciaio, delle

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