Lo Stato Moderno - anno III - n.4 - 20 febbraio 1946

fabbrlèhe di armamenti e delle out. cJne aero-meccaniche. I francesi pen. sano che un duplice scambio di materie grezze tra la Lorena e la Ruhr mett'e– rebbe la Lorena In condizione di prov– vedere la Ruhr di parte dell'àcciaio che le sue Industrie secondarie possono richiedere, mentre fornirebbe alla Lo– rena li carbone di cui difetta. L'incremento attivissimo dato alla produzione di carbone della Ruhr non potrebbe Influire sul mercati inglesi: in Francia, carbone Inglese e carbone tedesco hannò sempre avuto differenti impieghi. Le miniere della Ruhr do– vrebbero richiedere una massa di 250 mila minatori; la disoccupazione che ne seguirebbe in altrl sel'1:oriIndustriali potrebbe essere equilibrata dall'allonta– namento di tutta la mano d'qpera stra– niera. Contribuirebbe a taile equiJdbrdo la richiesta di mano d'opera di indu– strie secondarie e dovrebbe tholtre es– sere incoraggiata l'emigrazione. Quanto al destino economico delle• regioni tedesche estranee alla Ruhr, i Francesi confidano che un opportuno lncrement:o dato •alle Industrie della Sassonia e in generale, di tutte le città maggiori, compenserebbe rapidamente la Germania della perdita della ~uhr senza - qui sta il punto sempre caro al francesi - darle neHe mani un'ar– ma potentissima di aggressione. t chiaro che fra due punti diversi come quello francese e quello inglese, senza parlare di quello russo che ri– chiederebbe soltanto un numero limi– tato di garanzie, è ben difficile poter raggiungere una soluzione che non sia di compromesso: prevalgono in Fran– cia I timori suscitati da un vicino sem– pre molesto; riappare In Gran Bretagna l'antica esigenza dell'equilibrio conti– nentale. In tali condizioni è probabile che il punto di vista am·ericano farà Inclinare la bilancia nell'uno o nell'al– t~o senso. LO STATO MODERNO Scioperi ed alta produzione negli Stati Uniti La stampa Italiana di questi ultimi tempi ha dedicato un certo spazio alle notizie intorno a scioperi spesso di va– sta enl'ità verificatisi nell'industria nord-americana. Maggiore impressione d'ogni altro ha suscitato lo sciopero dei' lavoratori dell'acciaio che avrebbe a lungo andare conseguenze profonde su tutte le numerosissime Industrie dipendenti. Un répartage radiotrasmesso il 17 gennaio u. s. dall'America, riportato dal Lis~er del 24 ,gennaio, chiaTisce la posizione degli .scioperi dell'industria americana rispetto alla tProduzione, alla smobilitazione militare, alla politica de– gli Stati Uniti. Si deve in primo luogo rivolgere par– ticolare attenzione a1la reconversion cioè alla trasformazione da industria di guerra a industria di pace, che ha raggiunto il 90 % doell'intera industria nord-americana. Ciò significa che il problema del passaggio dalla economia di guerra alla economia di pace, che affligge tutti i paesi del mondo, vuol pet- le d,lstr.u7Jionisubite, vuoi per la ne– ces·sità di riadattare gli impianti a produrre beni di consumo individuale invece che forniture militari d'ogni ge– nére, è stiato già virtualmente risolto dagli Stati Uniti. Infatti ci sono oggi 52 milioni di persone impiegate, il che supera il numero di persone mai i~ie– gate in periodo di pace; tale cifra farà tanto più impresslòne 1n quanto dal giorno della vittoria ad oggi sono stati smobilitati 5 mllioni di uomini, mentre il numero di disoccupati ora esistente in tutti gli Stati Uniti non raggiunge i 2 milioni, cifra corrispondente alla media del tempo di pace. Poichè 'si calcola di pol-er giungere ad un numero di 53 milioni e mezzo di posti lavora– tivi, è <prevedibile che prima dell'e- Uscirà prossimamente Editrice Gentile il N. 2 presso della la Casa Rivista • 93 state si verificherà un assorbimento quasi completo del due milioni e mezzo di smobilitati li cui congedo riporterà l'esercito statunitense su piede di pace. « Riunire tutti questi elementi si• gnifica prospettare la scena int-erna dell'America sotto una luce affatto di– versa di quella cui cl si avvezzò nelle settimane trascorse. Vi sono degli scio– peri, v'è tensione; v'è la possibilità di una maggiore perdita nella produzio– ne; ma non è nulla di simile, In so– s(wlza, a ciò che si aspettava e temeva in alcuni ambienti e che si sperava In altrd. La produzione attuale è più ele– •vala di quanto ognuno si aspettava che fosse possibile in un tempo cosi prossimo alla guerra; il numero del posti occupati è pure !Più elevato. La crisi scioperistica non è tale da aggra– vare la tendenza all'inflazione •· Il maggior problema è 1'8ppr(!sentato piuttosto dalla produzione: • La pro– duttività industriale americana ha un peso più importante, oggi, che.non gli scioperi. Esso non appare troru,o nelle linee principali, ma è tuttavia il fatto dominante nella situazione interna americana, cosi come l'attrezzatura mi– litare è il fatto dominante nella posi– zione americana di oltre oceano •·- Ciò conduce l'autore ad una disa– mina della politica americana, la cui linea evolutiva muterebbe a seconda che fosse accettato 'lo schema per l'or– dinamento dell'esercil'O auspicato dal generale Eisenhower o là riduzione degli efl~ttlvl a soli 500.000 uomini. Le recenti manifestazioni della· po– litica estera americana lasciano com– prendere che, quale che sia l'attrezza– tura militare adottata dagli Stati Uniti In ,pace, al « t'Ono di belligeranza • suc– cederà - anzi è già successo riguardo al Giappone ed ai Balcani - una tl!ft:. denza a comporre le controversie sulla base di compromessi. .O. Z. MONTS LA RASSEGNA D'ITALIA~ ,. • direna da1:rancesco Fl ra I II numero è dedicato a Benedett6 Croce Rich-i,edetelo in. tutte le edicole e# librerie

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