Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

dolcezza del canto delle Sirene, la volontà di Orfeo, la solitudine di Achille). Quando un Dio canta, come Apollo, le Muse o le Sirene, qual è la loro funzione verso gli uomini, in un mondo che vuole illustrare lo scontro per il potere (e quindi la nascita dell'empietà) tra gli dei e gli uomini? Possiamo dire che tutto quello che ci viene narrato, a parte l'episodio di Orfeo- che tuttavia illustra lo scontro tra l'uomo e delle divinità "malvagie" e legate a questa unica funzione di morte-, è frutto di uno scontro già terminato (quello per il potere, in cui gli dei hanno avuto la meglio), e che quindi illustra e insiste sulla potenza degli dei e sulla inutilità degli sforzi dell'uomo per vincerli. Esaminare il momento particolare in cui Ulisse ascolta Demodoco come un particolare rapporto tra lettore e narratore, in cui il protagonista di una storia ascolta chi racconta di lui e incarna quindi tutti gli aspetti del letterato: colui che racconta, che è il protagonista e che ascolta: c'è dunque nel suo personaggio la completezza assoluta e tutte le passioni di cui è fatta la letteratura, cioè la sofferenza del protagonista, il dolore di chi ascoltando ricorda e la liberazione che comporta il raccontare di sé. Questi momenti si verificano nel momento in cui piange dopo aver ascoltato Demodoco: i racconti dell'aedo sono tre e provocano a Ulisse ascoltatore tre sensazioni differenti: la prima è di dolore per il ricordo, la seconda di piacere e di riso, poi quella di commozione come una moglie che piange il marito valoroso. Solo a quel punto, dopo le insistenze di Alcinoo, si decide a rivelare chi sia e a raccontare a sua volta. Abbiamo quindi 3 racconti, uno udito per caso e che porta al pianto, il secondo pure ma che diverte, e il terzo, richiesto, che porta ugualmente ad una sofferenza. Poi 94

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