Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

morato di una giovane donna, intrattiene con lei una fitta corrispondenza (del tutto immotivata, i due si vedono tutti i giorni). Nei primi tempi la penna scorre veloce sulla carta, ma poi al piacere di scrivere si sostituiscono«l'e-. sitazione, le cancellature, e l'ottusa contemplazione di brandelli di frasi». Che cosa pensare di fronte a una vena che si esaurisce così presto? La convinzione che«la scrittura esista per comunicare qualcosa a qualcuno» lo spinge a interrogarsi sull'autenticità del suo amore. Sul piano dei sentimenti, il matrimonio aggiusta tutto. Per quanto riguarda invece la scrittura, il futuro copista resiste a ogni soluzione convenzionale. Non riesce ancora a definire precisamente la sua vocazione, ma è abbastanza saldo da non cedere alla tentazione di diventare scrittore. Il dissidio tra il«bisogno inarrestabile di scrivere e l'insufficienza o povertà del contenuto» si risolve grazie al dono di una stilografica nuova fiammante. Dopo aver scarabocchiato la frase«Ti ringrazio zio per questa splendida penna» torna il blocco davanti al foglio bianco. Ora però i pensieri sono completamente catturati dall'oggetto, una magnifica penna Wattennann con il pennino d'oro: senza accorgersene comincia a copiare un articolo di giornale. Così, incantato dall'oggetto e dal colore delrinchiostro (un bel nero di Cina invece del solito blu) il copista scopre finalmente la sua vocazione. I suoi piaceri richiedono un modello, perché solo un modello è in grado di costringere la sua scrittura entro«quell'inesauribile numero di piccoli ordini che finora le erano tanto mancati». Mariarosa Mancuso 222

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