Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

origini, ci mostra l'unica vittoria dell'uomo su una divinità usando le sue stesse armi. Se infatti indaghiamo tra i numerosi duelli delle origini tra gli uomini e gli dei, possiamo trovare una tipologia molto varia: Prometeo dona il fuoco agli uomini, ma senza venire a contesa diretta con Zeus: il suo agire è dettato da una compassione per l'uomo che lo allontana proprio per questo dagli dei e gli procura la punizione; mentre quando l'uomo affronta il dio sul suo stesso piano, per dimostrare la sua abilità, è inesorabilmente vinto dal dio, e deve sopportare una sofferenza eterna: pensiamo ad Aracne con Atena, o a Marsia con Apollo: in nessun caso l'uomo riesce a vincere gli dei, e quando vuole affrontarli riceve sempre e soltanto punizioni e sofferenze. Nell'episodio di Orfeo, invece, l'uomo riesce a vincere. È la prima volta, è un vero e proprio ribaltamento del rapporto con gli dei, che vengono superati nelle loro stesse abilità. Protagonista di questo episodio è la poesia, quella del narratore, di Orfeo, delle Sirene, e al suo interno si svolge la lotta tra chi vuole procurare il dolore e chi, attraverso l'immaginazione poetica, cerca di evitarlo, sia a sé che ai suoi compagni. 2. Mi è sembrato di ritrovare i termini di questa contesa delle origini, senza tuttavia vederla mai citata e neppure accennata, in un'opera contemporanea di una studiosa di letteratura americana che esamina il rapporto dell'uomo col dolore fisico. La sofferenza del corpo di Elaine Scarry (ed. Il Mulino) è un libro strano e anomalo per molti aspetti, perché non è un saggio sistematico, non appartiene a una disciplina soltanto (antropologia, filosofia, critica storica) ma le attraversa un po' tutte senza porsi problemi di sistematica. Potrei definire l'argomento di questo saggio come un De Rerum Natura all'americana, perché esamina la natura delle cose (o per meglio dire degli oggetti che riempiono il 88

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