Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

Grazia, che non può essere recisa dalla vita creativa di un artista senza privarla della dimensione teleologica. Rispetto alla propria attività creativa la morte di un artista si pone dunque come la causa senza la quale la sua vita fluirebbe priva di direzione e di senso, o non sarebbe comunque intesa nella sua dimensione più intima. La morte di Pasolini, al di là di ogni suo risvolto giudiziario, induce a vedere nella sua opera quello che il manierismo della sua scrittura non vuole e non può esprimere pienamente, vale a dire la ricerca di una dimensione vitale praticabile in termini umani, in cui il senso del peccato e della diversità colpevole si compongano in una dimensione sinceramente etica che sappia nutrire la stessa passione estetica. Questa era la «testimonianza» sua più vera, questa era l'esigenza profonda che si nascondeva dietro la «disperata vitalità» di cui parlava Pasolini, assumendo le vesti antipatiche e ingombranti del Regista e del Poeta. La morte tragica di Pasolini lo ha tolto alla dimensione letteraria dello scrittore luterano e corsaro e gli ha restituito tutta la sua umanità: un'umanità che da ultimo si è espressa drammaticamente nella miseria del corpo sfigurato dalla morte violenta, quel tipo di umanità che le sue opere hanno saputo rendere in rari momenti di grazia. D'altra parte solo la morte attribuisce una forma tramandabile al sapere e all'esperienza di vita di Pasolini, poiché la morte, come ha scritto Benjamin è la sanzione di tutto ciò che il narratore può raccontare. Dalla morte egli attinge la sua autorità. O, in altre parole, è la storia naturale in cui si situano le sue storie38 • Ma per quali ragioni all'inizio degli anni Settanta Pasolini riprende il progetto di un romanzo? Perché confermare la finzione della letteratura, sia pure scoprendo tutte le carte ed elencando tutte le ragioni che rendono obsoleto il romanzo e finita la narrazione? L'interesse per la biogra73

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