Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

Ma proprio in questo desiderio assoluto di purezza e di verità si manifesta alla fine uno stile, una conferma della Forma cui si intendeva sfuggire. Pasolini si mostra perfettamente consapevole di tutto questo e avverte il lettore a più riprese dell'ironia con cui affronta la creazione letteraria ed artistica: Mai nessuno può dir tutto, ossia essere totalmente onesto [puro]: c'è anche una mafia [mistificazione] della struttura, accettata universalmente per tacito consenso. Il detto è regolato dal non detto; la testimonianza dalla reticenza; il sentimento civico dall'omertà. Solo fondandosi su ciò che non è forma, la forma è tale. E l'esclusione della forma è sempre un progetto, un calcolo. Purtroppo, al «tacito consenso» io oppongo la verbalità della mia colpa: non so fingere di creare un oggetto, un mistero. Ma esso si ricreerà spero, nella testa del lettore, che prego appunto ora di accettare queste mie confidenze22 • È questa una pagina molto amara, che getta un'ombra di inquietudine sulla produzione letteraria ed artistica in generale e sulla sua stessa scrittura creativa, quasi a voler contestare le ragioni stesse di esistere dell'Arte, di fronte all'ondamagmatica della vita. L'ultimo Pasolini viene così ad approdare a posizioni di radicale contestazione di un'idea assoluta di arte, intesa come mondo arcano e straniato. Sono posizioni in parte vicine a quelle espresse da un altro poeta-testimone del nostro secolo, Paul Celan, che identificava quell'idea assoluta di Arte nella poesia di Mallarmé e la contestava chiedendosi nel Meridiano, una delle sue prose più famose: Una contestazione cui tutta la Poesia odierna deve far ritorno se vuole continuare a essere interrogazione? Con altre parole e saltando qualcosa: ci è lecito, come adesso un po' dovunque accade, partire da un coricetto dell'Arte come alcunché di 67

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