Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

forme. La continuità che unisce tutte le leggi che più in generale istituiscono l'universo (caratterizzato dalla mancanza di ogni soluzione di continuità) non c'è dubbio è un dato11 . La conoscenza della forma secondo questo narratore è un'illusione perché essa pretende di interrompere la continuità delle forme, l'organicità vitale dell'universo. Nell'Appunto 99, «L'Epochè: Storia di mille e un personaggio», interviene un secondo narratore che afferma che quanto verrà da lui riferito non è accaduto nel teatro del mondo ma è frutto della sua immaginazione. Egli ha creato due personaggi antagonisti, che sono in realtà un unico personaggio e il loro antagonismo è in realtà una lotta interiore. Da quell'unico personaggio il narratore ricava poi una folla di personaggi che costituiscono il «Disordine»: Erano lì intorno a me a dimostrarmi con estrema e incontrovertibile vivezza che il tempo storico non coincide in pratica mai col tempo vissuto12 • A quel «Disordine» il narratore non può opporre che se stesso, una parte di se stesso. La scissione vive anche dentro di sé. Ma la forma impone i suoi diritti e il tempo vissuto pretende di costituirsi come tempo storico. Il narratore a questo punto organizza in sé il senso e la «funzione della realtà», cercando appunto di impadronirsi della realtà, ma mentre è coinvolto nell'atto creativo della scrittura del suo romanzo il narratore si accorge di desiderare anche di liberarsi di se stesso13 • In queste pagine di Petrolio, dove sono in scena i narratori, il romanzo, o ciò che ci resta del romanzo progettato, perde paradossalmente la propria forma narrativa per assumere, come accade del resto in altre parti del testo, quella saggistica che si traduce nello spazio della riflessione sull'arte del narrare, riflessione che si rende neces64

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==