Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

I narratori di Pasolini e l'angolo d'incidenza della vita Il narratore è un nome che ci è familiare, scrive Walter Benjamin in un importante saggio su Nicola Leskov, ma al tempo stesso indica qualcosa di remoto dalla nostra esperienza quotidiana, dove diventa sempre più difficile incontrare qualcuno che sappia raccontare una storia1 . Tutta una serie di fattori economici, sociali e tecnologici, in tempi relativamente recenti, hanno privato gli uomini della capacità di scambiare esperienze attraverso il racconto, sostituendo alla narrazione di una storia che passa di bocca in bocca, l'informazione gestita dal giornale e dai mezzi di comunicazione di massa. Alle origini del processo che porta al declino della narrazione si pone l'introduzione del romanzo nella prima età moderna; poiché il romanzo è la prima forma di letteratura in prosa a non avere uno scambio vitale con una tradizione orale. È l'individuo borghese nella sua solitudine a scrivere romanzi e da questo momento la narrazione perde il suo orientamento pratico. Nelle forme di letteratura che hanno la loro origine nell'oralità, come i proverbi e le favole, il narratore è la persona che attraverso i suoi racconti dà un consiglio, una norma di vita, un'istruzione pratica. Tutti questi riscontri legati all'esperienza vengono meno nel 60

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