Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

periodi, come oggi, di grandi macchine sistematiche classificatrici e giudicanti, che ha la funzione di rendere la critica, come dire? non contabile. Implica, peraltro, non la cancellazione ma l'attraversamento dei moduli e dei sistemi, per produrne lo scarto. Critica imperfetta, si suggerirebbe, nel senso appunto di evitare che le somme quadrino. La critica non funziona per eseguire un lavoro, per portare a termine, come è stato detto, «un'operazione semplice in modo enormemente complicato». Il suo dispendio, semmai, è dell'ordine del godimento - ma, ancora una volta: l'opposto della critica edonistica. È almeno curioso che in cinquant'anni e più di sperimentazioni radicali nella poesia e nel romanzo, il discorso critico sia rimasto in sostanza bloccato alle stesse forme di investimento dei testi, senza tentativi (o con pochissimi tentativi) di controperare sull'eredità di conoscenze e di moduli. Esso è diventato, in certo modo, irreprensibile (perfetto!) e pedante, ossia repressivo, nel senso di escludere ogni occasione di aprire all'estravaganza sia nei metodi sia negli scopi. Qui estravaganza significa ben altro che dilettantismo, sia pure elevato; in quanto si leghi al suo valore etimologico («vagari») è la forza di mettere in moto un testo e farlo uscire dal suo stampo. Esempi di tale critica oggi li troverei piuttosto nelle pagine di certi eccellenti scrittori che non la esercitano in modo professionale - qualunque cosa poi ciò voglia dire: non so se sia un caso. Parlo di Carlo Emilio Gadda, di Andrea Zanzotto: sfogliare dell'uno Il tempo e le opere, dall'altro Fantasie di avvicinamento. Quanto ai professionisti... Non si può sperare di moltiplicare casi d'eccezione come quello di Gianfranco Contini, sommità dell'establishment. accademico e insieme continuamente portato a separarsene per la capacità straordinaria a stravolgere, anche stilisticamente, l'entrata del critico. In questa linea, si capisce con proprie caratteristiche, posso indicare Stefano Agosti. 31

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