Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

perta in età adulta, attraverso le parole della madre, dello choc materno. Nel frattempo, «La nevrosi di guerra è penetrata nel tempo di pace. Ma questo si è reso possibile perché essa si definisce in relazione non alla guerra, ma al padre»7 • Il gioco del funerale si colloca già nella storia delle costruzioni di difesa del soggetto, propone una barriera: il fratello fatto procedere davanti alterando l'ordine generazionale. L'imminenza della morte di questo fratello, nato quando la signora aveva 6 anni, fa vacillare questa barriera e con ciò la posizione stessa del soggetto. «Abbiamo seppellito la morte» dirà la paziente del suo gioco, che rappresenta una scena non ricordata, che la ritrae in una posizione attiva, di condivisione con il fratello, non ancora nato al tempo dei suoi 4 anni, del riferimento «all'impensabile, esplosiva, questione della procreazione» 8 • Freud ha guardato al gioco attraverso la lente del teatro, con una continuità che non trova riscontro nei suoi scritti ma che è possibile scorgere sia in quella «curvatura teatrale»9 che imprime al suo interesse letterario, che nelle scelte lessicali: lo scenario dell'isteria, le messe in scena dei perversi, l'Altra scena della vita psichica che, anche dopo Freud, si pongono come metafore sulle quali si modellerà il linguaggio psicoanalitico stabilendo l'affinità dello spazio, dell'architettura teatrale con la costruzione dell'apparato psichico. La storia recente del teatro che, con le avanguardie del '900, si muove dall'astrattismo al surrealismo, al costruttivismo, lavorando sulle forme del teatro, sul luogo teatrale, attraverso la messa in discussione della idea stessa di rappresentazione, ha lanciato con Tadeuz Kantor, il regista polacco, una sfida: portare sulla scena la sua stanza dell'immaginario: «ci toccherà allargare la nozione di Realtà», sostiene Kantor, «ad un terreno fisicamente così inafferrabile come la Memoria»10 • 200

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