Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

un'azione di cesello. Pensi», dice Freud al suo immaginario interlocutore, «all'eccessivo rilievo del giallo e all'esagerata bontà del pane»5 • Nel ricordo di copertura che ho riferito, lo spostamento accentua l'elemento luminoso: il sole, meno accecante perché velato dal tenue filtro di una tenda, resta ancora vicino al bagliore intenso dello scoppio delle bombe sul cielo di Milano. Un gioco Associato al ricordo di copertura, entrambi infilano i tempi dell'analisi in una rievocazione continua che accompagna il doloroso periodo che si concluderà con la morte del fratello minore. È il ricordo di un gioco del periodo di latenza, ripetuto spesso con il fratello che, piccolo, cammina appena, viene intimato a procedere davanti a lei che sorregge una scatola-bara contenente una bambola rotta che devono seppellire. Il gioco rappresenta la scena di un corteo funebre. Il ricordo di copertura e quello che posso anticipare come il suo tentativo di elaborazione nel gioco rimandano a un episodio che la memoria non ha registrato. La madre non riposava mai durante il giorno, perché allora viene ricordata così, immersa nella luce pomeridiana? Può essersi trattato soltanto di quel pomeriggio, dirà la madre, allora incinta, nel quale una bomba scoppiò nel giardino di casa e, per lo choc riportato, perse il terzo atteso figlio maschio. «Il trauma di guerra è interpersonale» sostiene Finzi, qui lo choc che affonda le sue radici sul terreno di una guerra non è della paziente, e nemmeno il ricordo della scena le appartiene, se non per un dettaglio: il lieve svolazzare di una tenda. Ma l'analisi non è rievocazione, ci ricorda Freud. Il lavoro della ripetizione, «per essere in grado di riproporre lo spavento mancato»6 , non si compie sul filo della sco199

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