Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

Nel 1920, dopo la guerra, Freud compie un passo nella conoscenza delle nevrosi segnalando la vicinanza, il travalicare, dell'isteria nella nevrosi traumatica: Il quadro clinico della nevrosi traumatica si avvicina a quello dell'isteria per la grande varietà di sintomi motori analoghi, ma di regola lo travalica per i segni spiccati di una sofferenza soggettiva che ricorda l'ipocondria o la melanconia, e per le prove che offre di un ben più esteso generale indebolimento e turbamento delle facoltà psichiche2 • In questa analisi, un passo ancora e emergono con evidenza «gli effetti luminosi e coloristici»3 che, nella nevrosi di guerra in tempo di pace, dominano sogni e ricordi, dove «il sogno si lega al trauma con una scelta della intensità della luce»4 . L'intensificarsi di un bagliore rosso acceso tratteggia, in lontananza, il profilo della grande città sotto l'impatto delle bombe, per sfumarsi nelle strisce in gradazione dell'arcobaleno che traccia una volta colorata sul paese della madre, disegnato in un sogno, fino a degradare nelle tinte sfumate dell'acquerello negli ultimi sogni in analisi. Un ricordo Un ricordo, evocato all'inizio dell'analisi, ne diverrà motivo dominante. Il racconto avviene in una atmosfera trasognata: sono tempi di guerra, la signora ha 4 anni, un pomeriggio sua madre riposa accanto a lei. Ricorda dei dettagli: lo svolazzare di una tenda, lievemente mossa da un soffio di vento leggero, scherma la luce arancione, bellissima, che inonda ogni angolo della stanza. Lo spostamento, movimento psichico che caratterizza il ricordo di copertura, nello scritto di Freud che porta questo titolo, viene indicato alla stregua di un lavoro manuale: «Sembra che la scena infantile abbia solo subìto 198

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