questomodo la condizione che vincola un godimento il cui vero fulcro è costituito dalla passione per il prezioso strumento depositario di accenti meravigliosamente umani. Le conclusioni diquesta riflessione sul rapporto tra feticismo e teorie sessuali infantili, a partire dal lavoro di Alan Bass su The snow man di Stevens ed anche in riferimento al Cuore d'inverno di Sautet, riguardano l'evidenziarsi nella clinica, e particolarmente nella clinica dei bambini in cui è presente una grande mobilità strutturale ed un continuo trapasso di «stili», di un nodo importante, costituito da un lato dalla contiguità tra nevrosi e perversione, dall'altro dalla contiguità tra perversione e psicosi. Uno stesso elemento - sia la spilla pendente sul vestito dell'analista o l'attenzione rivolta ai tacchi delle sue scarpe - in cui è possibile riconoscere il delinearsi diqualcosa che attiene alle teorie sessuali infantili, di cui conosciamo l'importanza per le «scelte» del soggetto, può al contrario essere la spia diqualcosa di molto diverso oppure, equesto è certamente l'aspetto più singolare, denotare contemporaneamente l'una e l'altra cosa, e cioè sia un tratto perverso sia un tratto delle teorie sessuali. La principale difficoltà inquesto senso si evidenzia nei casi al limite tra perversione e psicosi, al primo incerto apparire dei confini,quando ad esempio un soggetto, in bilico tra un'analisi fatta sotto il tavolo a spiare le gambe dell'analista ed un'analisi fatta sdraiandosi materialmente sopra il tavolo, comincia ad usare il tavolo come piano per disegnare. Sarà il contesto dell'analisi, ma soprattutto il suo progresso, e decidere di volta in volta il valore da attribuire ad ogni singolo elemento del materiale che emerge in seduta. Il problema è tuttavia aperto, e l'accento posto dal lavoro di Alan Bass sul rapporto tra rinnegamento e differenza sessuale, costituisce uno stimolo ad approfondire la riflessione sul tema delle teorie sessuali infantili nell'ambito della clinica. Maddalena Muzio 196
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