la conquista della donna. E qui troviamo un altro Macchia, non quello della Caduta della luna o del Silenzio di Molière, bensì l'antologista e il commentatore dei Moralisti classici (con la fondamentale riscoperta di autori, quali tra gli altri, Torquato Accetto, cui, pure, Croce aveva rivolto la sua attenzione). Il moralista si impone il silenzio all'interno di una comunità che non lo accoglierebbe altrimenti. L'uomo è fasciato d'ombra, e il segreto diventa la condizione in cui non soltanto il politico, ma ogni soggetto sociale è costretto a vivere. Si tratta di una concezione che arriva fino a Stendhal: tutto l'Annance è fondato sul segreto. Il segreto diventa l'espressione di una società e di una nazione che formicola di spie. Il segreto, più ancora della dissimulazione, deve considerarsi per il politico l'unica arma di salvezza. È il caso di Mazzarino, che Macchia ha additato alla storia della letteratura come un grande scrittore, e che solo da poco è stato riscoperto. Segreti nella vita pubblica, segreti nella vita privata, segreti nella scrittura: si arriva ad inventare, con Tritemio, un'ingegnosa forma di stenografia. Ebbene, Mazzarino vive in questa assoluta dimensione cifrata, criptica, e ritiene che i suoi pensieri non debbano essere letti o capiti. In questo modo, la ragion di stato viene a coincidere con la ragione di dominio, nel medesimo senso in cui Tacito parlava di arcana imperu. Ora, secondo Macchia, i moralisti, Gracian e la letteratura gesuita, testimoniano del progressivo affermarsi di un nuovo personaggio. Dirà La Rochefoucauld «Ci sono cose che non possiamo spiegare». Sono cose che vengono dal fondo, da quello che più tardi Dostoevskij indicherà come «il sottosuolo». È la nascita del romanzo come genere moderno: lo spazio letterario in grado di accogliere e contenere una nuova dimensione della psiche. Soltanto il romanzo poteva dare vita a ciò che i moralisti avevano annunciato. Per questo, il saggista insiste nel ricordare 188
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