Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

a un gioco di riverberazioni, egli stesso ha ribadito che lo studiolo del critico, come quello dello scrittore, somiglia appunto a una camera di echi. Tale luogo simbolico occupa uno spazio importante nella sua opera, e si ritrova tanto nell'immagine della stanza della tortura in Pirandello, quanto in quella dell'abitacolo di sughero che Proust evocò in una lettera affermando: «lo vivo in una camera che è extra-temporale». Fantomatico, insonorizzato e insieme tessuto di richiami, lo spazio in cui venne alla luce la Recherche ricorda inoltre la biblioteca di Montaigne. In quella stanza dalle travi intarsiate di passi tratti dai classici (la torre indagata da Jean Starobinski) nacquero, quasi stratigraficamente, gli Essais. Tanto più interessante appare allora la reazione di Macchia contro il criterio adottato da André Gide, che pubblicò un'antologia di Montaigne togliendo via tutte le citazioni. Nulla di più sbagliato, dato che proprio dalla citazione quella mirabile immaginazione critica traeva il suo alimento più nutriente. La letteratura si trasforma così in una sorta di campo germinativo, al cui interno il testo diventa territorio di fantasmi. In un acuto studio su Macchia, Jacqueline Risset ha osservato come il suo metodo sembri possedere una funzione interrogativa e insieme illimitante. Un tale lavoro critico viene cioè a svolgere una funzione di scambio, sovrapposizione, interconnessione. Basti pensare alla vitalità di certe figure mitiche quali ad esempio l'Andromaca di Baudelaire. Ritornata a Parigi, invece di indossare le vesti sontuose del teatro classico essa assume le sembianze di un cigno o di una negra. In questa metamorfosi sta tutta la modernità della sua poesia. Come si legge nelle Rovine di Parigi, siamo di fronte ad una riaccensione, alla riattivazione di un'immagine millenaria. Sullo sfondo, la distruzione di Troia; in primo piano, lo sfarzo, la miseria e il brulichìo della metropoli ottocentesca. Poiché, come insegnò Baudelairè, tutta la critica è sempre contemporanea... 185

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