Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

matto" diceva intanto lui» (p. 51): nel momento in cui, in un caffè, sono forse sul punto di vedere Flora, l'amico trascina via il narratore (che del resto lascia fare): «Fu lui questa volta a prendere me sottobraccio e a spingermi fuori» (p. 51). A ben vedere, tutte le ricerche-nei caffè, per le vie, alla stazione-sembrano pensate al tempo stesso per trovare e non trovare Flora: per girare a vuoto, ma in suo nome. Nel ruolo di investigatori i due amici ci fanno una figura miseranda. Ma il fatto è che solo all'apparenza agiscono di concerto. Senza che neanche bene se ne accorgano, quando uno spinge da una parte, l'altro lo svia, tira da un'altra parte, e sabota di nascosto il piano per la realizzazione del progetto. Mentre gli amici di Gioco di corte agiscono in perfetto accordo e sono complementari fino all'ultimo (allorché il narratore si accorgerà di essere stato sopravanzato da un gioco più grande di lui: il gioco del potere che alla fine gioca tragicamente tutti i giocatori) - in Flora i due amici sono apparentemente complementari, ma di fatto supplementari e antagonisti, e il gioco si direbbe piuttosto quello di giocare e non giocare. I due amici si scambiano vicendevolmente le parti, affinché il gioco non riesca mai, tutte le volte che è sul punto di riuscire. Come se il vero gioco, che i due amici non sanno di star giocando, fosse proprio quello di entrare e rimanere all'interno di un presente sospeso, in cui il progetto è sempre sul punto di realizzarsi, ma non si deve realizzare mai. E perché? 5. La storia di Franz In Gioco di corte i due amici cospiratori conoscono perfettamente gli antefatti della situazione in cui stanno operando. Tali antefatti costituiscono la memoria storica degli eventi relativi alla caduta del re e al colpo di stato del generale. Si tratta di una memoria che si presenta come 172

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