Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

scopo di prendere il potere al suo posto. Nel secondo caso invece troviamo una donna (Flora) che non si sa bene chi sia, e che deve essere incontrata per venire conosciuta (cioè trasformata da una condizione di fantasma, di «quasi morto» che non si sa bene se esiste o no, in persona concreta e viva). Ma a che scopo? Chi è, cosa rappresenta Flora? Se in Gioco di corte il gioco è la presa del potere, qual è il gioco di Flora? Per comprendere il senso dell'ultimo racconto di Cecchi, occorrerà leggerlo insieme al suo corrispondente inverso. Gioco di corte e Flora costituiscono infatti due varianti esplicite di un unico racconto sotterraneo e non detto che narra cosa succede nel passaggio dal progetto pensato nel presente alla sua realizzazione nel futuro. In un caso sappiamo che quanto succede è una tragedia: il passaggio al futuro è nascita della tragedia, è la sua origine. Ma in Flora, nel ritorno a quel presente incerto e vuoto di prima, dopo il fallimento del passaggio al futuro, che cosa nasce? 4. I due amici L'idea di raccogliere notizie su Flora e poi incontrarla, sorge nei due amici all'improvviso e quasi indipendentemente dal loro volere, come in seguito a un capriccio della mente: «Fu certo il nome, Flora, a offrirmi l'occasione per un'incauta fantasticheria sull'improvvisa comparsa di lei tra le parole e le immagini della nostra conversazione» (p. 11). Tale sogno a occhi aperti del narratore è sollecitato dall'amico che, proprio dicendo e non dicendo, lo istiga, lo seduce, affinché Flora si costituisca anche per lui, o meglio, soprattutto per lui, co_rne oggetto del desiderio. Il narratore al tempo stesso recalcitra e accondiscende, dubita, vuole e non vuole cercare Flora; finché a poco a poco lo vuole sempre più. Ma a questo punto è l'amico che comincia invece a tirarsi indietro: «"Sei matto, sei 171

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