Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

dia, e che la tragedia è appunto quella del gioco per la presa del potere, quale che sia la fazione (golpista o legittimista) che risulterà vincente. Ciò che Gioco di corte ci fa capire è che, se il progetto si costituisce e si presenta come realizzazione di un'utopia astratta e vitale (lottare per un generico futuro migliore), per contro quel che il passaggio all'atto realizza è invece una realtà concreta e mortale: l'unica cosa di cui possiamo essere sicuri - alla fine del racconto di Cecchi - è che c'è stato un morto, che è morta una persona precisa, la migliore, mentre tutto il resto è rimasto peggiore, peggiore come lo era già prima. Il passaggio dal presente peggiore al futuro migliore si rovescia in ritorno del presente peggiore: è passaggio alla parte peggiore del presente. Rispetto a Gioco di corte quindi la narrazione intorno a «Flora», si pone in una posizione simmetrica e invertita. L'ossatura del racconto si ripete: due amici che cercano di passare dal presente al futuro attraverso la realizzazione del progetto - ma l'esito è rovesciato: il progetto in questo caso non si realizza. E il passaggio da un presente vuoto e incerto (in cui Flora non è ancora comparsa) verso un futuro pieno e certo (in cui si incontrerà Flora), si ripiega su quello stesso presente vuoto e incerto (Flora è rimasta assente e sconosciuta come prima). L'inversione si ripete anche per quel che riguarda la modalità di costituzione del progetto. In Gioco di corte si trattava di un progetto programmato attivamente (c'è stato un piano ben studiato) e condiviso da tutti gli interessati (dai due amici e dai legittimisti). In Flora abbiamo invece un progetto improvvisato sul momento, e subìto passivamente da due amici che vi si trovano implicati quasi senza volerlo e che (come vedremo) si ostacolano l'un l'altro. Per quel che riguarda poi lo scopo del progetto, nel primo caso abbiamo un uomo (il generale) che si sa già chi è, e che deve essere incontrato per poi venire ucciso (cioè trasformato in un morto, in un fantasma), allo 170

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