Di che umore si fosse ridotto Cehov, anche questo si può immaginare. Per fortuna, durante il suo viaggio per mare dal centro al sud dell'isola, incontrò una dama tanto felice di vivere che ogni po' scoppiava a ridere, e in modo singolarmente comunicativo: «Non mai vi fu tanto riso nel Golfo di Tartaria. La mattina seguente il prete, il commerciante giapponese, la moglie dell'ufficiale di marina [cioè la dama ridanciana] e io ci ritrovammo sul ponte a discorrere. Daccapo ci fu riso, e non ci mancava altro che le balene mettessero fuori il muso dall'acqua e, guardandoci, principiassero a ridere anche loro». A Sahalin Cehov riuscì simpatico a tutti, che era d'altronde un effetto abituale, e gli avvenne anche di fare un po' di bene; così, un ex-forzato gli scriveva poi in Russia: «Guardando la giovenca [regalatagli da Cehov], che seguita a crescere e che vale oggi quaranta rubli, io vi ringrazio giornalmente dal profondo del cuore, e sempre offrirò preghiere a Dio per voi». Ma infine: «Sono stanco di Sahalin [scrisse Cehov a casa]. Ho passato qui tre mesi e non ho visto altri che forzati o gente che parlava unicamente di forzati, di prigioni e di gatto [ossia sferza]. È una tetra vita. Spero di partire presto per il Giappone, e di lì per l'India». In Giappone però c'era il colera, e Cehov toccò invece Vladivostok, dove trovò povertà, ignoranza e fiorente ladreria.Mentre Hong Kong colla sua baia e il suo gran movimento gli apparve più bella che in qualunque veduta a colori. Durante la traversata verso Singapore seppellirono due uomini in mare, e l'episodio si ritrova in un racconto. «... Di Singapore ricordo molto poco, perché quando ci passammo io ero d'umore assai malinconico e avevo voglia di urlare. Poi arrivammo a Ceylon. In questo paradiso viaggiai per più di cento miglia in ferrovia, ed ebbi la mia parte di palmeti e di donne bronzee». Anzi: «Quando avrò figli dirò loro non senza orgoglio: "Una volta nella mia vita feci l'amore con una fanciulla indiana d'occhi 115
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