Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

re tutte le indagini che gli fosse piaciuto, salvo qualunque contatto coi prigionieri politici; gli dettò altresì un rapporto sulle condizioni dei forzati, contenente affermazioni in gran parte contraddette sia prima, dal padrone di casa di Cehov stesso, sia in seguito dalla sua propria esperienza. Dopo di che, il luogo ricadde nella sua solita e disperata esistenza. In questo mondo idealmente quanto materialmente remoto, Cehov trascorse in tutto tre mesi, e cioè due nella parte centrale e uno nella meridionale dell'isola (essendone inabitabile la settentrionale). Ma la sua attività in tal periodo non forma propriamente oggetto del presente articolo, che rischierebbe di allungarsi oltremisura; del resto lo stesso Cehov fornì le conclusioni, piuttosto ovvie, delle sue inchieste nel libro Sahalin e altrove. Basti dire qui che egli intraprese un vasto e partito censimento della popolazione, e soprattutto si guardò attorno; quali allegre risposte ottenesse dai censiti e in quali allegre situazioni gli capitasse di ficcare il naso, il lettore immagini. In sostanza, le condizioni dei prigionieri erano quelle che erano sempre state sotto gli zar; essi erano tuttora sottoposti (magari all'insaputa o addirittura contro gli ordini del governatore) alle punizioni corporali e ad altre pratiche degradanti per chi le subisce non meno che per chi le dispone; la fame e la miseria regnavano tra loro sovrane; quanto alle loro donne, comprese le cosiddette libere, e ai bambini (di cui Cehov si occupa specialmente) stavano anche peggio; di morale come era comunemente intesa nel resto del mondo non si parlava. Pure, la presenza di qualche ufficiale veramente illuminato e umano faceva sì che, in complesso, questa Sahalin fosse un luogo un tantino meno infernale della dostoievschiana Casa dei Morti. Insomma, dice non peregrinamente un biografo, « Sahalin fornì a Cehov un'opportunità unica di studiare la natura umana nelle sue peggiori come nelle sue migliori manifestazioni». Certo, giovò molto alla sua arte. 114

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