Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

fronte. Da queste parti, intanto, la gente parlava liberamente di politica: gli è che non temevano di essere mandati in esilio, dal momento che già c'erano. L'arrivo a Sahalin, la sera del 10 luglio, parve inscenato a bella posta perché l'accoglienza del luogo risultasse infernale: cinque grandi foreste bruciavano sull'isola, e tramezzo lo spesso fumo i lumi del porto appena si intravvedevano; a manca fiamme e faville, a dritta un gran promontorio nero con sopra un faro e sotto tre aguzzi faraglioni, i cosiddetti Tre Fratelli, sorgenti da bianche spume. «Non è nulla ancora», disse a Cehov qualcuno, e riferì d'un posto di quella marina la cui sola vista faceva scoppiare in lacrime gli stessi forzati. La mattina dopo Cehov prese terra e fu menato da un forzato-cocchiere fino ad Aleksandrovsk, centro amministrativo dell'isola, cittaduzza lignea in mezzo a una squallida e arsa (in senso proprio) campagna. «Bel posto da venirci», gli disse una donna presso cui voleva dapprima alloggiare; che finì poi collo stabilirsi in casa di certo dottore, nemico politico o meglio amministrativo del governatore. Nell'isola naturalmente i forzati (e gli ex-forzati) erano di casa e si vedevano dappertutto e a tutte le ore, soli e in gruppo, scortati e non, in catene e sciolti. Bisognava abituarsi a questa razza di vicini, e i numerosi cani ci si erano essi medesimi abituati; che invece abbaiavano in coro contro i nativi, per la buona ragione che portavano stivali di pelle canina. Ma proprio una tale società cercava Cehov per i progettati lavori. L'ufficialità in generale era quello che poteva essere, colle qualità e i difetti abituali; si davano tra loro persino dei poeti, che scrivevano versi liberali senza cessare di far gli aguzzini e, come tutti, si mostravano volta a volta generosi e crudeli. In quei giorni si aspettava in città la visita del governatore generale, che difatto seguì con una certa pompa, e colla partecipazione di Cehov alla festa. Per l'occasione, anzi, colui gli dette il permesso di muoversi liberamente nell'isola e di condur113

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