Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

giorni in campagna). Anche l'Irtys era straripato formando un vero lago; e qui sarebbe stato più saggio tornare indietro e aspettare, ma Cehov era in questi casi vittima d'una sorta di psicosi (come diceva), insomma dell'improvviso e incontenibile bisogno di correre l'alea o di provare il proprio destino. Passò alla men peggio; quelli però gli parvero luoghi da rospi e da anime di assassini: il fiume stesso non aveva la voce di tutti gli altri fiumi, ma rendeva un suono cavo quasi le sue onde battessero contro bare sommerse. Uno di questi passaggi fu davvero pericoloso, e Cehov se ne cavò a fatica. Raggiunta finalmente Tomsk alla metà di maggio, a Cehov vennero innanzi i primi esemplari umani della tetra provincia siberiana; come quell'ufficiale di polizia che gli propose un giro per i lupanari della città. E gli esiliati, colle loro esistenze meschine e senza speranza: « Son convinto che tra cinquanta o cento anni le condanne a vita saranno riguardate collo stesso senso di orrore e di sgomento con cui oggi riguardiamo lo strappamento delle narici o il taglio di un dito della mano sinistra». Dopo Tomsk, le cose migliorarono alquanto: le condizioni del viaggio restavano disagiatissime, ma almeno la primavera cominciava a farsi sentire, le gemme si aprivano, gli usignoli cantavano. Cominciava anche a far caldo. La linda Krasnojarsk coi suoi paesaggi montani e il suo maestoso Enisej fece a Cehov un'ottima impressione; e migliore ancora l'europea Irkutsk, fornita (già prima delle realizzazioni del regime) di teatro, museo, parco pubblico con banda eccetera. Egli si sentiva insolitamente bene e poteva finalmente dormire in carrozza; non mancò dunque di ammirare il Bajkal, dalle limpide acque color della turchese (che travei;:sò in battello), i meravigliosi boschi e tutto il resto. Non meno incantevole il percorso in carrozza fino a Sretensk, né la lunga navigazione sull'Amur di qui a Nikolaevsk, città invece piuttosto selvatica, dove Cehov arrivò il 3 di luglio. La meta era ormai lì di 112

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==