sensibile al bello o cattivo tempo, senza altra guida che il proprio umore e trascorrente con facilità dalla contemplazione di qualche maestoso paesaggio alla considerazione di minuti, magari insignificanti particolari. Si veda per esempio il suo primo viaggio in Italia, nel '91. Egli giungeva tra noi da Vienna, che aveva trovato città bellissima, della quale non aveva mancato di ammirare le eleganti donne e le magnifiche botteghe coi loro «miliardi di cravatte» (queste ultime dovevano essere per lui una specie di fissazione); dove, segnatamente, aveva scoperto l'architettura: «Tutto è splendido, e solo ieri mi son reso conto che l'architettura è un'arte. A Vienna quest'arte non si trova qua e là come da noi, ma si stende per miglia e miglia». Il celebrato passaggio delle Alpi non gli era invece apparso degno di nota, ché, in fatto di paesaggi montani, ne aveva veduti (secondo scrisse) di più imponenti al Caucaso e a Ceylon. Ma Venezia gli fece addirittura perdere il capo, e del resto spiegando press'a poco i medesimi allettamenti di cui si vale con ogni buon turista: «Una sola cosa posso dirti [scrisse Cehov al fratello Ivan], ed è che mai in vita mia ho veduto una città più notevole di Venezia, più piena di splendore e di gioia di vivere. Invece di strade e vicoli, ci sono canali, invece di fiaccheri gondole; l'architettura è meravigliosa, e non c'è una piazza che non abbia interesse storico o artistico... Insomma, un vero incanto... Vado in gondola tutto il giorno e navigo per le vie, o mi aggiro nella piazza San Marco... Merezkovsk.ij, che ho trovato qui, è fuori di sé dall'entusiasmo. Non è difficile per un povero e umile Russo perdere il capo in questo mondo di bellezza, di opulenza e di libertà. Si vorrebbe star qui per sempre; e quando si va in chiesa e si ascolta l'organo, vien voglia di farsi cattolici... Le tombe di Canova e di Tiziano sono splendide: qui i grandi artisti sono seppelliti come re nelle chiese, qui l'arte non è tenuta in dispregio come in Russia... »; e via di questo passo, anzi in termini persino più entusiastici e (si può 108
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