Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

Vienna, Venezia e Sahalin La vita di Cehov, usa dire, fu povera di avvenimenti esteriori. Il che è perfettamente vero, se però si intenda: povera di avvenimenti clamorosi o rilevanti, e se no perfettamente falso. Difatto essa fu anzi, in senso materiale, piuttosto agitata, come mostrano gli innumerevoli spostamenti nello spazio che la intersecano. Senza contare gli incessanti andirivieni tra Pietroburgo, Mosca e le sue varie residenze in provincia, Cehov intraprese numerosi viaggi, di cui alcuni lunghi e uno almeno lunghissimo, altri seguitò a progettarne fino al giorno della sua morte: fu a Samarcanda, al Caucaso, in Estremo Oriente, varie volte in Europa. E questi viaggi, mentre da una parte ci rimandano la sua immagine più ovvia, dall'altra ci rivelano uno spirito non solo alacre ma insofferente, avido di novità, di realtà, di fantasia, capace talvolta di meraviglia ed entusiasmo quasi infantili. Nel presente articolo vorremmo dare sommariamente conto della più lunga di simili evasioni, quella all'isola di Sahalin, che importa anche per altre ragioni; se non che prima accenneremo a qualcosa che ci riguarda davvicino. Come quasi tutti i grandi uomini, Cehov era, generalmente parlando, un viaggiatore ombroso e interessato, 107

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