Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

Matilde Tortora Visioni Soffoco. Ho bisogno di un'aia. AIA. È come un grido, a volte, la parola «aia». Tra tutti, Saba l'ha detto così bene, così bene nelle sue poesie. Me ne venni via di corsa da Villa Redenta. C'ero andata a «vedere» una mostra sui costumi dei film e delle opere liriche dirette da Visconti. I manichini mi sopravanzavano di una spalla e più, le stoffe bellissime e minacciose incombevano dall'alto di stature statuarie. Ne ebbi una sensazione di toccamento, di spessore, di stoffe-persone. Cercai l'uscita. Né là v'era un custode, che si frapponesse tra me e quelle stoffe, che mi riparasse. Ci sono a volte nei musei, nelle mostre custodi inspiegabilmente assenti. Altre volte, invece, ci sono custodi troppo presenti e trasbordanti. A Villa Pignatelli, (essendovi al piano di sopra una mostra temporanea), erano chiuse alla visita le stanze-museo al piano sotto, le stanze museo-permanente. Per un mio timido accenno, senza che io lo richiedessi proprio apertamente, un custode gentile, estroverso, grasso mi aprìle stanze, mi menava in esse, avendo in mano grosse chiavi. Mi sentii un 97

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