Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

vede meglio, che è poi un luogo interiore (si dice «non celerà» in luogo di «rivelerà»), quasi intendendo che è necessario passare attraverso il nascondersi per giungere, anche se con una negazione, alla rivelazione, alludendo al tema del voto, violato e ritrovato in un altro spazio. Il richiamo all'interiorità è presente infatti non solo nel significato di «ben sé riguarda», ma anche nella funzione di questo presente indicativo il quale, essendo del tutto aderente alla propria funzione grammaticale, motiva l'attualità del gesto riflessivo. L' «esser» è forma verbale implicita (subord. oggettivata), ma il contesto la rende molto debole, ai limiti della sostantivizzazione: ha la stessa sussistenza dell'immagine di Piccarda - come si è accennato nel parallelo con Gradiva-, modo indefinito a metà fra verbo e nome. Anche il ritmo ha un'importanza decisiva nell'insorgenza dell'immagine: nel contesto di un canto dove ben il 30% dei sostantivi e il 18% degli aggettivi si ripete, e dove la ripetizione è sempre accompagnata dalla concentrazione sul passato (anche forme verbali passate: il canto si conclude con 13 passati remoti consecutivi), in questo contesto anche la sintassi coopera alla ripetizione, come nel caso della duplicazione e sospensione generali dovute al periodo ipotetico: «se... riguarda/ non... celerà»; inoltre il «riguarda» richiama «Piccarda» (v. 50) anche con la rima. In generale si può dire che la riflessività è ben determinata anche dalle dinamiche verbali, in particolare il gioco delle variazioni delle funzioni grammaticali (modi finiti) che fa risaltare, in negativo, la forma implicita (modo indefinito) come un controluce interiorizzato che rappresenta Piccarda. e) Nel IV canto il tema centrale, quello dell'isolamento (voto, singolo cielo), riceve una lunga spiegazione, ma è innanzi tutto per Dante che esso acquista importanza, 83

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