Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

metrie o a uniformità nell'uso dei verbi; il IV canto, infatti, pur essendo simile al II quanto alla proporzione di forme commentative/narrative, contiene, in assoluto, un numero significativamente elevato di entrambe le forme verbali (140), mentre gli altri due canti ne hanno una quantità inferiore (entrambi 118). Evidentemente, alla definizione di «commentativo» bisogna aggiungere una particolare «intenzionalità» -per ora non altrimenti definibile - attiva nel IV canto. La simmetria descrittivo/narrativo è contraddetta anche da un'altra osservazione: si potrebbe supporre che il II e il IV, descrittivi, fossero caratterizzati da staticità, mentre il III, narrativo, da dinamicità. E invece, osservando un'altra funzione verbale, risulta il contrario: nel II e nel IV prevalgono, sorprendentemente, i verbi di moto, rispettivamente 48 e 40, mentre nel III sono 23. Questo rilievo può portare semplicemente a negare una meccanica distinzione descrittivo/narrativo, ma potrebbe anche portare all'ipotesi per cui il fatto che nel III canto il racconto adoperi meno verbi di moto presuppone in quel modo di raccontare una funzione diegetica implicita, sufficiente a compensare, attraverso le numerose figure dinamiche presenti, l'espressione verbale diretta del movimento. Con queste ultime osservazioni ci troviamo ora più vicini all'ipotesi dei tre modi di produzione espressivi. Nel II canto l'elevata frequenza di verbi situazionali in genere, e di quelli di moto in particolare, conferma la funzione che i verbi hanno, nell'associazione libera, di mero collegamento, di ricerca sospensiva, di elementi dinamici che esplorano le possibilità plastiche al servizio della rappresentabilità45. Nel III canto la minore frequenza di verbi situazionali, e in particolare di quelli di moto, solo apparentemente contraddittoria, induce a pensare che effettivamente la procedura espressiva dell'eidetismo, della quale abbiamo 77

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