Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

gica, e, nel testo, le ripetizioni e i ritmi, così frequenti e «commoventi», inducono a una «realizzazione» inconsapevole, per una via opposta a quella dell'associazione, come dice Hermann riferendosi alle regressioni tipiche di queste situazioni di insorgenze eidetiche. Il IV canto può esser letto attraverso gli elementi di abreazione verbale, modo di produzione espressivo che qui appare più evidente. Innanzi tutto l'impossibilità angosciosa di dire, descritta insistentemente nei primi dodici versi, poi, in generale, il tema del segreto, ma anche la sua forma dinamica; un tessuto continuo di ambivalenze di tacere e rivelare, la discussione sul voto (segreto con Dio) e la questione ad essa parallela, cioè la falsa opinione del Timeo di ogni singolo cielo come origine e residenza esclusiva delle anime. In generale il canto tratta dell'isolamento (nel tacere, nel voto, nel singolo cielo) e della problematica attivazione di un'osmosi o di una direzione per superarlo nella prospettiva di una condivisione comunicativa universale; allo stesso modo Hermann descrive l'abreazione verbale come accesso al linguaggio in quanto fenomeno sociale che mette fine all'isolamento. Per Piccarda e Costanza il voto non fu infatti abbastanza risoluto se poté cedere alla violenza esterna, ma Beatrice spiega che si trattò di volontà relativa, mentre quella assoluta consente ora l'accesso alla dimensione - paradossale ma realizzata - di un isolamento-universale, così come altre anime rilucono in sé, ma della differenza di luce generale. Anche il Timeo non sbaglia se lo si verifica, qui, rendendoci capaci di vedere che le anime sono distribuite nei cieli proprio perché effettivamente residenti nell'Empireo, specchio concavo che le ordina «per sensibilia»: anche qui, nel superamento della distinzione di visione reale e virtuale, c'è l'immagine dell'isolamento - 74

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==