Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

De Vulgari Eloquentia16 valeva come termine tecnico per definire la «forma locutionis», cioè la causa formale della lingua, inattingibile concettualmente dopo Babele, mentre compare poi nel Paradiso (II, 19; e al maschile XXIX, 31) riferito alla «sete/ del deiforme regno» e all'«ordine e costrutto/a le sustanze». Qui il termine tecnico-linguistico ha trovato la sua collocazione (extra-concettuale) e la sua realizzazione, poiché qui la lingua tende a coincidere immediatamente col proprio ordine. In generale, la forma locutionis trova spazio nella dinamica del Paradiso perché qui la locutio. (attraverso loquor) risale alla propria derivazione etimologica, cioè a locus. 3. Il Volgare Illustre in movimento Lo stesso termine tecnico centrale della teoria linguistica di Dante, l'originale concetto di «Volgare Illustre», sembra seguire un destino analogo di realizzazione dinamica. Causa efficiente (lavoro). Anche quando prevaleva il giudizio di inferiorità rispetto al latino (così come l'uso sta all'arte: Conv., I, V), nel volgare s'iscriveva un desiderio di universalità molto vivo. Infatti questa lingua si compone in proprie forme particolari di «dolcezza e armonia» che rimangono intraducibih (Conv., I, VII), fosse anche da parte della razionalità del latino, poiché «lo latino conosce lo volgare in genere, ma non distinto», e, come Dante ripete insistentemente, «impossibile è a lui conoscere li suoi amici» (Conv., I, VI)17 • Insieme all'insinuazione di una cattiva universalità per il latino, si affaccia la rivendicazione di un diverso principio di validità per il volgare, nella prospettiva dell'universalità dell'esperienza. Nell'elaborazio60

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