Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

verità dei «vocaboli della storia», conducendovi sopra il soggetto. Beatrice è l'iperbato che spiega - insieme concettualmente e spazialmente. Su di lei si concentra l'azione motivante delle strutture dinamiche del testo; nel suo spiegare figura e lingua coincidono. Ad es. nella terzina II, 139-141, dove spiega teologicamente la «vera» teoria delle macchie lunari, lo fa riportando alla sensibilità il principio unico luminoso che struttura l'universo attraverso il paragone col principio vitale negli uomini, che occupa, in iperbato, la parte centrale dell'ultimo verso: Virtù diversa fa diversa lega col prezfoso corpo ch'ella avviva, nel qual, sì come vita in voi, si lega4 La struttura dinamica della spiegazione indica la direzione della «verità», che è sempre quella dell'esegesi vitale: il nesso concettuale presente si spiega se pensato come inchoatio formae5 (ordine del paradiso, allegoria in factis), e si rende .sensibile perché il legame vitale presente anima la forma del testo (ordine del Paradiso, allegoria in verbis). Nella struttura dinamica c'è un movimento che lega tutti i motivi: il nesso concettuale, l'inchoatio della pensabilità, il legame vitale, l'ordine testuale. In ultima istanza la forma di questo molteplice legare6 è grammaticale, poiché nel lavoro di Dante il dispiegamento della congruitas del sermo diviene da ultimo una spiegazione teologica. Movimento e metodo coincidono. Infatti il cognoscere per causas non è un semplice meccanismo, ma un'operazione dinamica complessa. Dante ha ben presente la tradizione neoplatonica di Proclo attraverso l'arabo Liber de causis: il «discorrimento» delle cause, come Dante lo chiama (Conv., III, VII), avviene per principio dinamico delle similitudini: «patet quod... intelligentiae inferiores reci56

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