Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

re il piccolo per portarlo faccia a faccia con il godimento del padre. «Sogno che mia moglie è al telefono e parla di un vestito che tiene in mano, con le maniche corte, di colore rosa o lilla. Entra il Signor Pavus accompagnato da qualcun altro (forse i suoi figli): è pallidissimo, ha la pelle liscia, rasata di fresco ma si vedono i puntini scuri della barba. Dice che prima di tutto bisogna che vada a far colazione. Io intervengo a questo punto proponendo di accompagnarlo.» Si tratta della stessa «colazione» del sogno di prima, del sole che divora i bambini. Pavus commercia in ceramiche (cfr. il rapporto: padre/ceramiche/perversione) e la creta richiama il luogo a Milano22 in cui un folle violentò e straziò un bambino, strappandogli a morsi i genitali. Posto che il padre - pallidissimo - è evidentemente morto, la paura (Pavus) di esserne divorati (anche qui è con i puntini la figura del gettatore) è vinta dalla coincidenza di diventare lui (accompagnarlo a colazione), con i diritti (coniugali) che ne conseguono. Con l'apparizione della propria moglie in rosa o lilla, l'intensificazione luminosa ha trasfigurato l'Inc in Es, in un clima che la delicata gradazione dei colori mostrati (rosa o lilla) mi fareb-. be definire traumatico. Anche in sogni normali per così dire, come il prossimo di un mio paziente il cui padre fu partigiano, la relazione con il padre è registrata da una scala cromatica. Sogna un bambino che era immobile, paralizzato. «Era un bambino di sette anni ed era così perché suo padre era morto. Diventava magro. Il volto smagriva repentinamente e prendeva la colorazione del volto di mio padre, pallidissimo sul letto di morte. Il sogno riguardava questa colorazione.» Ricorda di essere stato colpito dal colore del volto del padre morto, in confronto con quello, molto colorito, 28

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