Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

to. Ma a un tratto si ritrova in un universo immobile come se appartenesse agli antichi romani. Ci sono delle statue. Le viene in mente suo padre, già insegnante di storia, ora vecchio e paralizzato. La scelta del «piccolo»20 e l'orientarsi a scrivere il proprio nome, viene strattonato dalla attrazione incestuosa verso il padre. L'utilizzazione tecnica di elementi della perversione blocca qui nella rigidità della statua l'impeto regressivo che trascinerebbe uno psicotico in tutta una sequenza di metamorfosi animali indotte da un amore più forte della morte. In un caso di isteria traumatica insorta con ogni probabilità in seguito a un'effettiva seduzione sessuale da parte del genitore, è col linguaggio della pittura e della guerra che un'altra paziente, di cui mi fu portata l'analisi in supervisione, scrive, alla conclusione del suo breve trattamento, il nome dell'autore di quell'opera, in un certo senso raffaellesca, per grazia leggera e intangibile, per trasfigurazione e paura, che lei stessa, la paziente traumatizzata, è divenuta. Ha avuto un aborto che l'ha lasciata molto scossa. Era rimasta incinta in seguito a un incontro con qualcuno che non era il suo fidanzato. Il fidanzato e la madre hanno fatto forti pressioni perché interrompesse la gravidanza. Il padre si dichiarò invece disposto a «tenerle» il bambino. Ha angosce, sudorazioni, paura di morire. Si fa vedere da molti medici perché teme una malattia cardiaca. I suoi sogni hanno come caratteristica, rilevata dal suo terapeuta, di non terminare. Penso che riproducano nella loro forma l'interruzione della maternità. Sono sogni traumatici. Il loro contenuto è di una sconcertante leggerezza. Sogna di specchiarsi, di andare a feste, di flirtare... In un certo senso rispecchiano la sua vita che è dominata dal desiderio di piacere, di sedurre, di fare l'amore con molti partners. A differenza dell'isteria che influisce su un funzionamento di organi, la nevrosi traumatica in 25

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