Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

nostra natura bestiale (nei versi di Tennyson, Move upward working out the beast, I and let the ape and tiger die) (spingiti innanzi, lasciando indietro la bestia/ e lascia che la scimmia e la tigre muoiano); si può confidare che l'evoluzione spontanea verso l'altruismo dia i suoi frutti finali (è la concezione, ad esempio, di Spencer); gli eugenetisti possono invocare leggi e pratiche sociali che confinino ad un numero sempre minore di individui le sopravvivenze del passato ferino e trasformino i comportamenti moralmente accettabili in qualcosa di più solido che una «buccia» di recente formazione; si può anche sostenere, come ha fatto Lorenz, che gl'impulsi aggressivi svolgono una funzione positiva e che è compito dell'uomo non attenuare con comportamenti sociali sbagliati quei meccanismi inibitori che correggono e incanalano l'aggressività in forme utili; e così via. Ma in tanta parte delle discussioni è rimasta la tendenza a caricare di significati negativi ciò che vi è di animale nell'uomo, l'idea che i comportamenti inaccettabili siano estranei alla natura migliore e vera dell'uomo, sia essa originaria di un passato edenico o destinata a realizzarsi pienamente in un futuro evolutivo. È rimasta insomma, l'idea che quei comportamenti siano, come si suol dire, «inumani», appartengano al doppio, al negativo che è in noi, a Mr. Hyde e non al dottor Jekyll. 1':la l'idea che il negativo sia bestiale è, alla luce degli sviluppi dell'etologia, insostenibile e aberrante: l'idea della bestia dentro di noi è una figura mitica e fantastica, come quella del «buon selvaggio»42 . In un certo senso, il concetto della bestialità dell'uomo è il massimo dell'antropomorfismo: quella bestia pericolosa, ossessionata dal sesso, inutilmente violenta, sprecona e distruttiva, è umana, troppo umana. È un fatto che l'esaltazione della spiritualità come prerogativa e forza dell'uomo è stata spesso accompagnata dal disprezzo di tutto ciò che non è umano e dalla concessione all'uomo del diritto assoluto di vita e di 187

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