Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

consente di realizzare i suoi nobili intenti. L'intera natura morale dell'uomo è macchiata dal peccato, che gl'impedisce di fare ciò che egli sa essere giusto [...] Il senso del peccato originale consisterebbe, secondo la mia teoria, non nella caduta dell'uomo da una condizione superiore, ma nella sua rapida ascesa da una inferiore (Galton 1865, p. 327). Siamo di fronte ad un esempio chiaro di quella che John Durant ha definito «un'interpretazione secolare, evoluzionistica della dottrina cristiana della perversione innata dell'uomo»39 • Idea che non rimane mito ottocentesco, ma lascia traccia in settori della cultura e del pensiero scientifico contemporanei, dalla neurofisiologia all'etologia, dalla psicologia alla psicoanalisi 4°: per quanto riguarda quest'ultima basta pensare alla caratterizzazione freudiana del patrimonio istintuale come «eredità arcaica», come nucleo primitivo in conflitto con l'ego, come complesso di impulsi selvaggi e malvagi repressi e ricacciati nell'inconscio, da cui colgono ogni occasione per riemergere41. Insomma, veniva data origine storica a quella che Platone aveva chiamato la «bestia che è dentro di noi» (Repubblica, IX, 571 c). La nostra natura corrotta è l'eredità bestiale che ci portiamo dentro. Il male nel mondo umano c'è (anche) perché in noi agiscono impulsi preumani. Che questi derivino da una natura animale eterna e inalterabile o siano residui qi qualcosa che lentamente, faticosamente si viene spegnendo, cambia, per certi versi, poco nell'atteggiamento verso la bestia che è in noi oggi. Mutano, sì le prospettive, i giudizi morali e i progetti politici, ma non un atteggiamento fondamentale; mutano le convinzioni e le valutazioni che inducono a condannare come «bestiali» certi comportamenti, ma non viene meno la condanna. Certo, su quest'idea di fondo si basa una grande varietà di scelte e di speranze: ad esempio, si può cercare individualmente di soffocare la 186

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