Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

va, la lotta che l'uomo è costretto a combattere con l'ambiente per sopravvivere è necessaria al benessere del genere umano. La principale salvaguardia [dell'uomo dopo la Caduta] dai peccati che assediano e tentano da ogni parte l'ozioso e il disoccupato sta, da quel momento, nella salutare necessità di un lavoro sano e di un'occupazione innocente, che la coltivazione della terra consente e anzi richiede a chiunque voglia raccoglierne i frutti (Buckland 1839, p. 23). Così come gli animali devono ingegnarsi per sfuggire ai predatori e per procacciarsi il cibo, l'uomo deve salvarsi nel sudore e nello sforzo dalla seconda morte nell'indolenza. Una vita operosa, se non strenua, è richiesta a tutta la creazione animata. Il sistema di predazione, la «rigida disciplina della natura», per la quale chi sbaglia paga senza pietà, è l'analogo nel mondo animale della condizione di prova e disciplina a cui l'uomo è sottoposto in questo mondo. Fra l'altro, uno degli stimoli continui e benefici che scuotono l'uomo dalla sua indolenza naturale è proprio l'ostilità di certi animali, che «tengono desta la sua vigilanza e la sua attività e lo costringono ad esercitare l'ingegno»36 . L'uomo, poi, sottostà, come tutti gli animali, alla grande legge della «superfecondità»: come ogni altra specie, egli potrebbe da solo riempire la terra; dunque un «principio di mortalità» doveva necessariamente accompagnare il «principio di accrescimento»: insomma, per popolare la terra, l'uomo e gli altri animali dovevano essere capaci di moltiplicarsi; per non sovrappopolarla, dovevano essere passibili di morte; e il sistema di mortalità presuppone la predazione. Nel contempo· , la fecondità del genere umano, è uno degli stimoli all'attività, al lavoro, allo sviluppo delle sue capacità migliori, al progresso sociale. L'economia della natura è al servizio 183

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