Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

tiene di dovervi porre rimedio con la morte, allora anche le malattie e la vecchiaia sono mali. Ora, un male può essere o l'effetto di un «agente satanico» o un castigo per i peccati. Come si può dunque pensare che malattia e vecchiaia fossero presenti nel Paradiso Terrestre? E, quanto all'attuale disposizione delle cose, ridimensionare la negatività della morte presentandola come il rimedio di altri mali vuol dire mettersi in un circolo vizioso. Se poi il male particolare è necessario al bene generale, perché Dio lo infligge ad una creatura anziché ad un'altra? Se Dio infligge il male, può essere o come rimedio in vista del bene di quell'individuo o come «salutare monito» in vista del bene degli altri (Brown 1838, p. 44 e nota). Sta di fatto, incalza Brown, che in tutta la Scrittura la morte è presentata come una punizione, come il più grande dei mali, e mai come un bene. La morte è la barriera fra l'uomo e il peccato, la pena capitale del peccatore. Perché, allora, la morte dovrebbe essere al tempo stesso una maledizione per l'uomo e una benedizione per gli animali? Che gli animali condividano le vicissitudini morali degli uomini è ampiamente mostrato dalla Bibbia: nelle guerre i cavalli muoiono come i guerrieri che li cavalcano e il bestiame soffre delle disgrazie del padrone che ha peccato; viceversa, quando il Signore risparmiò Ninive, fu mosso a compassione anche dalla vista del bestiame innocente (Giona, 4, II)32 • Non solo l'uomo, ma l'intera creazione, dice Paolo, «geme e soffre nelle doglie del parto», nell'attesa della redenzione del nostro corpo (Romani, 8, 20-22); l'intera creazione sarà redenta dalla schiavitù della corruzione il giorno del giudizio. Ma, a parte l'insegnamento della Bibbia, il senso comune stesso ci dice che gli animali soffrono e che la morte è per loro, come per gli uomini una cosa orrenda: «Una mente semplice, credo, concorderebbe con la Scrittura, vedendo nella morte il male estremo di ogni creatura vivente, piuttosto che con il geologo il quale insegna che essa è un bene naturale, 179

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