Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

5. I geologi e il male Le conclusioni dei geologi non solo entravano in conflitto con il racconto biblico della creazione, ma ponevano anche alcuni problemi sull'origine del male. Se questo era conseguenza del peccato, si chiedeva nell'1817 l'autore di uno dei primi scritti in cui veniva sollevata in questi termini la questione, e se gli animali erano stati coinvolti nella caduta dell'uomo, come potevano esserci carnivori e morte prima della colpa di Adamo? La discrepanza fra i risultati della geologia e l'insegnamento della Bibbia era motivo di un attacco a Cuvier e ai suoi colleghi britannici (Boyd 1817). Gli animali non erano sempre stati carnivori e a sostegno di quest'affermazione adduceva i luoghi della Genesi in cui Dio autorizza l'uomo e gli animali a nutrirsi prima di cibo vegetale, e, poi, dopo il Diluvio, anche di carne. Ma Bugg aggiungeva un argomento fondato sul concetto dell'equilibrio della natura. Se gli animali abitualmente carnivori fossero stati creati tali, sarebbe stato necessario creare molti individui per ogni specie e non, come dice la Bibbia, una sola coppia perché se no i carnivori avrebbero fatto sparire subito molte specie dalla faccia della terra e anche Adamo se la sarebbe vista brutta. Altro che «crescete e moltiplicatevi»: la creazione si sarebbe spopolata (Bugg 1826-1827, I, pp. 144-145)! Ma non c'era bisogno di cacciarsi in queste difficoltà, visto che la Scrittura diceva chiaramente che la predazione e la morte erano entrate nel mondo solo dopo il peccato. Curiosamente, questo stesso argomento poteva essere usato per sostenere tesi completamente diverse: nel 1777 Eberhard August Wilhelm Zimmermann (1743-1815) se n'era servito per confutare la dottrina del centro unico di creazione e della creazione di coppie originarie, e il mito dell'Arca di Noè; e tale era l'uso che ne avrebbe fatto, ancora nel 1850, il pur devotissimo naturalista svizzero-statunitense 174

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