Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

Which, still avenging nature's broken law, Kindled all putrid humours in his frame, All evil passions, and all vain belief, Hatred, despair, and loathing in his mind, The germs of misery, death, disease, and crime. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . All things are void of terror: man has lost His terrible prerogative, and stands And equal amidst equal.................... 21 Il Signore della creazione aveva trascinato nella sua caduta tutta la la natura: «maledetto sia il suolo per causa tua» (Genesi, III, 17).Gli animali, dunque, non scontavano la colpa di uno di loro, il serpente, ma quella dell'uomo: «qualunque cambiamento in peggio sia avvenuto negli animali, non è effetto di un loro castigo, ma parte del nostro»22. Chiedersi perché essi dovessero patire le conseguenze di una colpa di cui non avevano responsabilità non aveva molto senso in un contesto di flagrante antropomorfismo come quello che domina l'interpretazione delle seritture almeno fino alla fine del '600 e lascia tracce cospicue fin quasi alla metà dell'800. Il mondo era stato creato per l'uomo e gli animali erano a sua disposizione, collaboratori mansueti dell'Eden, poi servi recalcitranti e ostili sulla terra. Dottrina che, se rassicurava l'uomo nel suo sfruttamento degli animali, aveva anche implicazioni molto meno ortodosse. Se l'uomo è caduto e gli animali sono maledetti per causa sua, l'uomo dev'essere mortale al pari di loro23 . Perché poi il castigo divino non si fosse spinto fino a privare completamente l'uomo del suo potere sulla natura, ma l'avesse solo trasformato in una tirannia, era un mistero che trovava spiegazione nell'insondabile bontà di Dio. La difficoltà, comunque, rimaneva, tant'è vero che 170

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