Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

non contraddice, secondo Buckland, l'idea della creazione di un Dio infinitamente buono: infatti il sistema di distruzione e rinnovamento continui ha sempre favorito la tendenza all'aumento della quantità complessiva di «felicità animale» (animai enjoyment). Il ragionamento di Buckland, che non è molto originale15 , è il seguente. Tutti gli organismi devono morire16 , dunque è una «graziosa concessione» che la fine sia resa «quanto più semplice possibile» (Buckland 1836, I, p. 130). La morte migliore è, come è risaputo, quella improvvisa. Essa pone fine rapidamente alle malattie, agli acciacchi della vecchiaia, alla decrepitezza, al decadimento progressivo e inevitabile. Nell'uomo questa condizione miserevole può essere alleviata dalla speranza e dalla consolazione, può anche essere occasione di carità, di affetto, di solidarietà. Ma nella «creazione inferiore» non c'è nulla di tutto questo; non c'è né affetto né cura per i deboli, i vecchi, i malati: trascinare l'esistenza nel decadimento della vecchiaia è dunque per un animale cosa ben triste. Ma il dono di una morte rapida non è soltanto un atto di misericordia verso il singolo animale; è soprattutto un attq volto al bene complessivo delle specie, che sono così rappresentate da individui sempre nuovi e nel pieno vigore, e alla bellezza del mondo: se non ci fossero la distruzione improvvisa e una pronta successione di forze fresche, la quantità di sofferenze nel mondo sarebbe troppo grande in proporzione alla quantità di felicità. E questo sì che sarebbe in contrasto con l'idea di una creazione ad opera di un Essere infinitamente buono. Invece, come stanno ora le cose, i deboli e gli invalidi (disabled) ricevono sollievo definitivo alle loro pene e il mondo brulica in ogni momento di vita nuova e felice17 • Contrariamente a quello che si pensa, continua Buckland, l'esistenza dei carnivori non diminuisce la quantità complessiva di felicità sulla terra. A chi non considera i «risultati generali dell'economia della natura» la 164

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