Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

preparare provviste per l'inverno. Dunque, «questa condotta apparentemente crudele[...], nonché rappresentare un'eccezione all'universale benevolenza e saggezza della Natura è, di fatto, un'istituzione misericordiosa» (p. 389). Spiegazione non molto soddisfacente, poiché ci si può sempre chiedere perché la natura non abbia regolato un po' meglio la fecondità delle vespe e dei calabroni, o addirittura come mai non li abbia dotati degli stessi istinti industriosi delle api; ma non è il caso di sottilizzare: un'eccessiva moltiplicazione di questi animali nocivi (all'uomo, s'intende) in pochi anni finirebbe coll'annientare altre specie, rompendo così la «catena della Natura» e creando problemi gravi all'uomo e agli animali «più grandi» (ibidem). Purtroppo, bisogna riconoscerlo, la natura sembra «quasi indifferente agli individui» anche see questa sembra una cosa ben più importante - merita ammirazione per come conserva le specie (p. 390). Il fatto è che la vita stessa rende necessaria la morte. È noto che ogni animale, dopo morto, «somministra vita e felicità ad una grande quantità di altri animali». I carnivori non potrebbero sopravvivere senza uccidere. Ma gli erbivori? si può obiettare. Anche gli erbivori, risponde Smellie, lanciandosi in una curiosa congettura: sembra che nessun animale possa esistere prescindendo completamente da cibo che «è o è stato animale» (animateci). Pecore, vacche, capre, tutti gli erbivori divorano ogni giorno, senza volerlo, migliaia di insetti. Questa può essere una delle ragioni per le quali le vacche ingrassano tanto nei pascoli ricchi, quelli, cioè, in cui un'erba più rigogliosa ospita insetti più numerosi. «La Natura è così esuberante nelle sue produzioni dotate di vita (animateci) che non si può mangiar cibo o bere liquido in cui non si trovino sostanze animali, vive o morte che siano» (p. 391). Teniamo presente questo ragionamento, per quanto stravagante possa sembrare: lo ritroveremo più avanti in un dibattito geologico-teologico-filosofico sull'interpretazione della Scrittura e sul 149

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==