Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

6 Susinno F., op. cit., p. 234. 7 Saverio Scilla (unico fra i figli di Scilla a seguire il padre nell'arte) fa menzione di questa passione del padre in Breve notizia delle monete Pontificie antiche e moderne sino alle ultime dell'anno XV del Regnante pontefice Clemente XI, Roma, 1715, p. 4: «S'io non fossi stato fino dà teneri anni, per esperienza informato della somma delle monete antiche, dalle quali se ne potranno cavare con fondamento, e verità incontrastabili molte sì antiche, che moderne cognizioni [...]». 8 Ringrazio la Dr.ssa Nicoletta Morello per avermi fatto vedere alcu-. ne note manoscritte di un suo lavoro di prossima pubblicazione. 9 Vedi Redi F. Lettera intorno all'invenzione degli occhiali, Firenze, 1690, p. 30. La lettera di Francesco Redi risponde a un quesito emerso, in un'erudita veglia nel Palazzo Rucellai, ospite Paolo Falconieri, circa le origini di "quello strumento cotanto utile per aiutare la vista". Redi con un deciso argomentare attribuisce l'invenzione degli occhiali al frate Alessandro Spina di Pisa, dando con ciò motivo di scontento all'accademico della Crusca Domenico Mario Manni (il Sofferente) che risponde al Redi con un polemico «trattato istorico» di oltre 70 pagine. Muovendosi fra i vocabolari della Crusca, i testi delle Tre Corone, i disegni, i dipinti, i mosaici che effigiano le più belle chiese fiorentine, il Manni ricostruisce la storia e la possibile datazione di questo artifizio pervenendo alla conclusione che «Fiorentina è l'invenzione degli occhiali» ad opera di Salvino d'Armato degli Armati. Vedi Manni D,M., Degli occhiali da naso inventati da Salvino Armati Gentiluomo Fiorentino. Trattato istorico, Firenze, 1738. 10 Baldinucci F., Vocabolario Toscano dell'arte del disegno, Firenze, 1681, p. 109. Il Baldinucci pone, in questa sua breve disquisizione sugli occhiali, la differenza fra gli occhiali incavati o concavi che si usano per "veder da lontano" se si abbia la «vista corta», e quelli convessi, o lenti «per veder da presso». Si riportano inoltre le definizioni del Baldinucci relative all'arte della pittura e della scultura, particolarmente belle e spunto di riflessione per quanto ci approntiamo a trattare più dettagliatamente: Arte della pittura: un'arte con la quale l'Artefice aggiungendo materia a materia fa apparire ciò che è nella mente sua, imitando le cose naturali, le artificiali e le possibili (p. 15). Arte della scultura: arte con la quale l'Artefice levando materia da materia, fa apparire ciò che è nella mente sua, imitando le cose naturali e artificiali, e che possono essere. 11 Galilei G., Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, Edizione Nazionale delle opere, Firenze, 1890-1909, vol. VII, p. 169. Galilei G., Il saggiatore, Ed. Naz. opere, Firenze, 1890-1909, vol. VI, p. 232. Vedi anche Koyré A., Dal mondo del pressappoco all'universo della precisione, Torino, 1967, pp. 76-111. 12 L'osservazione relativa all'influenza del pensiero di Galileo Galilei su Scilla, è contenuta nel testo di Paolo Rossi, I segni del tempo, Milano, 1979; nel volume si fornisce una lettura dell'opera di Scilla, tesa ad evidenziarvi i segni della scoperta del tempo. Nel senso dell'influenza galileiana è da leggersi anche la predilezione per la lingua volgare scelta per aver «voluto ubbidire alla naturalezza del mio parlare» anche se, confessa Scilla, «è molto difficile ad uno che non sia nato in Tosca145

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==