Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

somiglianza»20 . In tal senso, eccone un avvenimento significativo. Viveva a Roma un celebremercante di quadri antichi il cui nome, per ironia del caso, era Carlo degli Occhiali. Questi possedeva, nella sua stupenda collezione, un quadro del celebre maestro Andrea Sacchi (si rammenti: maestro, fra l'altro, di Scilla), che aveva collocato in bella mostra sopra la porta di una stanza, attendendo una buona occasione che ne favorisse la vendita. Ammalatosi, il Signor Carlo degli Occhiali fu visitato da Scilla, che si trovava a Roma di passaggio. Come narrare, a questo punto, il dialogo, fra sordi, che avvenne? Al colmo dello stupore e del piacere, Scilla vide il suo quadro posto in una così felice posizione che ne fu fiero, tanto da non riuscire a tacere la propria soddisfazione; il mercante non capiva però a quale quadro si stesse riferendo Scilla, visto che - con un certo imbarazzo - dovette confessare di non possedere neppure un quadro dell'occasionale visitatore che, per di più, pareva riferirsi al prezioso quadro del Sacchi. L'equivoco si sciolse allora prontamente, il quadro creduto, dall'esperto mercante, essere stato dipinto da Andrea Sacchi era in realtà di mano di Scilla21 . La produzione in Pittura, da parte di Scilla, quasi esclusivamente di copie, pur s,e di belle copie, può forse introdurci alla maniera con la quale Scilla si rapportò al talento. Si pensi, ad esempio, come, nella sua impresa di storia naturale, l'aver aggirato l'orrore destato da una Natura viva e feconda lo avesse condotto ad occuparsi di calchi inanimati e garanti di un'origine seminale ormai compressa nella pietra; in questa direzione, anche l'altra sua grande passione per la numismatica ripropone, al fondo, la stessa considerazione: occuparsi cioè di una serie di 140

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