Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

ricompone le forme le strutture e le sostanze nella funzione. «La Natura, buona maestra, in tutto quel che operascrive Scilla - formò !'ossature de' pesci in minor consistenza dell'altre de gli animali di terra, per alleggerire il loro peso, dovendo andar'a galla e nuotare; ed in conseguenza, dovette facilmente essere l'ossa spugnose, e non simili alla natura petrea de' denti». La Natura disegna «marine bestie con una sola linea di denti fierissimi»; la «Natura stimò necessario introdurre per mezzo della radice dell'altre spine». E attraverso le «stravaganti» (dal lat. extravagantis) masse di conchiglie, ossa, vertebre, denti, sassi e infinite altre cose, Scilla tratteggia un raffinato mappamondo scosso dagli urti di «un oceano, gonfio dall'ira Divina» dove le «stravaganti» masse rotolate, sbalzate e da gran volvoli dell'acque fermate e raccolte di terra in terra, giustificano il rinvenimento di specie - in realtà - estinte - senza turbare, con vuoti inspiegabili , la natura e i «dettami di Santa Romana Chiesa». Scilla riproduce il disegno con tratti sottili senza l'abbaglianza che il colore provoca rispetto alla nudità e asperità delle forme. «Gli echini tutti, la figura dei quali è rotonda, hanno la bocca perpendicolarmente sotto del punto superiore del corpo», egli descrive, e aggiunge che, rottone il sasso, riconobbe la parte «per dove di necessità dovea nutrirsi, corrispondente al punto, in cui s'uniscono quelle linee, che compongono quel bel disegno di sopra». Rottolo di nuovo «per mezzo ravvisai con mio stupore le cellette, ed ossicine necessarie al vivere, e stazione dell'animale in quel breve spazio, talmente artificiose, che diedi nell'esclamazione dicendo; o quantè provvida Natura, o com'è bella la verità». Messaggio che per Scilla si traduce nel riconoscimento, di galileiana memoria, della «gran disparità che vi è tra quel che pensano gli uomini e quel ch'abbia saputo operar la Natura»12 . «Desidererei - è ancora Scilla - che non fossero determinate le maniere tenute dalla Natura nel petrifieare le cose[...] perciocché 136

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