una riprova delle numerose alterazioni che la crosta terrestre ha subito ad opera di svariati agenti naturali in un arco di tempo concepito, ormai, come sempre più lungo. Scilla ritenne, a questo proposito, che Malta non fosse stata creata da Dio «nella forma in cui oggi si vede». Una serie di inondazioni e di «ondeggiamenti terribilissimi» sconvolsero la terra e «corpi ed animali proprissimi del mare, arrivati per qualche accidente fra terra, insieme con la materia loro continente che ora veggiamo rialzata in collina, ed in monti, o di semplice rena, o di mango, di tufo ovvero di sasso» ne sono una testimonianza ad oculos. Le differenti «qualità» dei terreni, gli strati di rene ordinarie, finissime o grosse, mezzane e minute, le aggiunte di materia «forestiera», la composizione degli strati sedimentati delle montagne «di fortissima rocca, in altri di mediocre durezza e spesso di bianco tufo overo di marga poco dura» si correlano-al diverso grado di durezza acquisito da animali della stessa specie. «L'alterazione in sasso» o, in altri casi, la perfetta conservazione dei fossili nei loro modelli interni, esterni o calchi, è anch'essa attribuita da Scilla agli agenti naturali. Se in Malta cioè le glossopetre trovarono un terreno adeguato a conservarle, altrove può essere accaduto che siano state «disciolte rene. Sarà stato contrario, ed abile a consumarle massimamente considerato il tempo» (p. 81). I pian:i sui quali la complessa «lettera responsiva» di Scilla si è articolata attraversano e tagliano paleontologia, biologia e geologia stratificandosi e ricomponendosi nel disegno. «Sono Pittore- afferma infatti Scilla a sottolineare, se ancora ve ne fosse bisogno, il primato della vista rispetto ad ogni altro senso- e <limando che discorriamo delle cose che solamente ho vedute e che possiamo 134
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